Braccianti che vivevano alla giornata, disoccupati, mezzadri, contadini, coloni, operai e piccoli artigiani, aprirono la prima Camera del Lavoro del Molise a Santa Croce di Magliano nel 1908, per avere un luogo da condividere, uno spazio in cui discutere, aiutarsi tra loro, soccorrersi nelle avversità e sostenersi contro un padronato agrario che imponeva condizioni contrattuali di sfruttamento diffuso. Spesso si era costretti a lavorare dall’alba al tramonto solo in cambio di un pasto, di mezzo litro d’olio o di qualche chilo di grano o di mais. La Camera del Lavoro rappresentava un’evoluzione rispetto alle Società Operaie di Mutuo Soccorso, univa i cittadini più poveri e li organizzava sia sul piano sindacale che su quello politico, tanto è vero che in diversi comuni del Molise nel 1919 vennero eletti Sindaci compagni socialisti ( S, Martino in Pensilis Gennaro Di Lallo, S.Croce di Magliano Santarello, Bonefro Porrazzo, Ripalimosani Giovanni Tanno ). La borghesia agraria contrastò violentemente il sindacato come ci conferma un episodio accaduto a Santa Croce nel giugno del 1920.
Pur di punire i braccianti locali, gli agrari si accordarono con cottimisti pugliesi per la mietitura, ma il Segretario della CGIL Nicola Crapsi riunì i disoccupati locali e il giorno dopo li condusse nel feudo di Melanico per lavorare senza certezza del salario con uno dei primi scioperi alla rovescia del sindacato italiano. Al termine della mietitura i latifondisti con uno stratagemma li inviarono presso la Caserma dei Carabinieri dove indirettamente ottennero le testimonianze contro i segretari della Camera del Lavoro Nicola Crapsi e Ernesto Valle, che vennero immediatamente arrestati. Nonostante un imponente corteo popolare di protesta i due sindacalisti furono trasferiti al carcere di Larino, processati e condannati a 3 anni e sei mesi, ma in appello il Partito Socialista inviò in loro difesa da Roma il parlamentare Enrico Ferri che riuscì ad avere uno sconto di pena che permise a Nicola Crapsi di assumere la carica di Sindaco per un breve periodo prima di essere cacciato dai fascisti e costretto a riparare in clandestinità in Abruzzo.
Rientrò in Molise nel dopoguerra e riprese immediatamente la propria attività sia nel PCI che nella CGIL, venne eletto consigliere comunale a Campobasso e nel 1963 fu il primo deputato comunista del Molise, talmente amato dal popolo che quando giunse la sua salma da Roma nel 1965 ad attenderlo si formò una coda chilometrica tra Santa Croce e Bonefro. Ancora agli inizi del 2000, a 40 anni dalla morte, al passaggio del suo quadro che apre il corteo del Primo Maggio c’erano braccianti che lo avevano conosciuto e che buttavano confetti in sua memoria. Ho ripercorso attraverso il cammino di Nicola Crapsi, Segretario della Camera del Lavoro, Sindaco di Santa Croce, clandestino antifascista, Direttore del Patronato INCA, Dirigente del PCI, consigliere comunale e Deputato comunista molisano, le vicissitudini di 109 anni di lotte della prima Camera del Lavoro della nostra regione, per evidenziare l’esistenza di un filo rosso che unisce i diritti calpestati del 1908 coi diritti negati del 2017, di una resistenza alla sopraffazione e dei tentativi di cambiamento fatti con coraggio, sopportando il carcere, la clandestinità, le violenze ed i soprusi di una borghesia vile, tanto debole con Roma quanto forte con la povera gente. C’è stato, c’è, e ci sarà sempre, un Molise che non si piega, lotta per la propria dignità e che ritrovandosi il Primo Maggio a Santa Croce di Magliano ricorderà i braccianti che seppero unirsi nella Camera del Lavoro, organizzarsi e lottare già nel 1908 !
Michele Petraroia