Anche se la mia piccola storia politica, prima da militante socialista, poi diessino ed infine nel Pd, mi ha visto spesso in posizioni critiche nei confronti di Renzi, dopo quanto accaduto ultimamente nel nostro partito e, visto lo scenario politico italiano ed europeo, ho deciso convintamente di accettare la candidatura nella lista per l’Assemblea Nazionale del PD proprio a sostegno di Matteo Renzi.
L’Italia ha bisogno di un grande partito popolare, non populista e questo può essere solo il Partito Democratico. Stiamo vivendo un momento assai difficile, sia per quanto riguarda l’aspetto economico, che per quanto riguarda quello sociale. Continuare ad enunciare i problemi, e non impegnarsi nel trovare le relative risposta, è un gran bell’esercizio del pensiero. Questo esercizio però si deve lasciare legittimamente ai cittadini, la “politica” deve trovare le soluzioni. Io non sono mai stato troppo convinto, né della necessità di un unico partico che rappresentasse la migliore esperienza comunista italiane insieme a quella del cattolicesimo democratico e quella dei socialisti, né sulla riforma elettorale maggioritaria. Ora, invece, lo ritengo non solo importante ma indispensabile per la nostra democrazia.
Ho accettato di sostenere Renzi per diversi buoni motivi presenti nella sua mozione congressuale e anche perché convinto che se fosse passato il referendum a dicembre scorso sulle riforme l’Italia avrebbe compiuto un bel passo avanti in credibilità, stabilità ed efficienza governativa.
L’Europa scelta dal popolo, un Europa solidale: l’elezione diretta del Presidente della Commissione Europea e, in attesa che avvenga, primarie per individuare il candidato del PSE alla Presidenza fin dalle prossime elezioni. Togliere gli investimenti per la sicurezza, ricerca e cultura dalle regole di bilancio.
Diritti e welfare: impegno ad approvare la Legge sullo “ius soli” come passo importante nel percorso di riforme di cui il nostro paese ha bisogno, riforma e snellimento del sistema delle adozioni, biotestamento, contrasto a omofobia e transfobia. L’impegno del Governo a potenziare il reddito di inclusione per chi perde il posto di lavoro mi sembra un ottimo viatico per un welfare che deve arrivare a mettere mano a due riforme epocali: la non autosufficienza e gli assegni al nucleo familiare, il tutto però, in una logica equitativa.
Formazione: Creare un sistema di formazione legata all’individuo, che accompagni il lavoratore, con il concorso finanziario dello stato e delle imprese. Investimenti per formare i lavoratori e i disoccupati alle nuove tecnologie e ai nuovi mercati.
Un impegno straordinario per la ricostruzione delle zone terremotate, alluvionate e marginali, in prevenzione: bisogna Investire in prevenzione e prenderci cura del nostro territorio (da troppo tempo si dice ora è il momento di fare). Quindi impostare un piano nazionale di rigenerazione urbana per agganciare la modernità e l’innovazione per creare sviluppo e lavoro.
Riduzione delle tasse: ritoccando le aliquote IRPEF in modo particolare quelle marginale che insieme alla rimodulazione delle detrazioni producano un aumento del reddito netto da lavoro e un sostegno ai giovani e alle donne.
Chiudere definitivamente la stagione della perenne fase di “elaborazione” del PD. Tornare alla selezione e formazione delle classi dirigenti. Quindi un partito pensante. Un partito aperto e radicato sul territorio con una profonda ristrutturazione del livello organizzativo a partire dal ruolo dei circoli che ritrovi un giusto confronto con i corpi intermedi, in primo luogo con i sindacati (questo lo aggiungo io).
Partecipazione e contendibilità. Determinare una leadership del partito riconosciuta e autorevole e capace però, di guardarsi indietro e rappresentare tutto il partito (in modo particolare nel momento in cui lo stesso leader diventasse Premier) ovviamente stando attento ad evitare l’eventuale balcanizzazione dello stesso o peggio, partiti nel partito.
Nicola Messere
Primarie PD/Nicola Messere: Convintamente ho scelto Renzi
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