Il testo dell’interrogazione a firma del consigliere regionale Petraroia.
Oggetto: Relazione D.I.A. sul secondo semestre 2016. Riferimento alle infiltrazioni mafiose in Molise. Nota.
On. Ministro,
visto che la relazione della Direzione Investigativa Antimafia recentemente consegnata al Parlamento riferita al secondo semestre 2016, conferma l’accentuarsi del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Molise connesso ad un’errata gestione dei collaboratori di giustizia e dei pentiti già evidenziati nelle note a mia firma (Prot. n. 169/2012 del 06.07.2012 – All. 1, Prot. n. 256/2012 del 14.09.201. – All. 2 e Prot. n. 335//2012 del 03.10.2012 – All. 3), sollecito una celere verifica sul numero dei pentiti e/o collaboratori di giustizia sottoposti al programma di protezione inviati in Molise al fine di evitare che gli stessi, come è già accaduto, estendano le proprie attività anche sul territorio molisano.
La tardiva revoca dei benefici del programma protezione, non impedisce agli ex-collaboratori di giustizia di radicarsi nelle nuove aree di insediamento né limita le loro intraprese, traffici e/o affari di ogni genere come la D.I.A. ha opportunamente documentato nel suo ultimo rapporto circa il territorio di Termoli e dell’area costiera tra Abruzzo e Molise.
La nostra regione è sottoposta alle pressioni esercitate dalla mafia foggiana a confine con la Puglia e all’infiltrazione della camorra a confine con la Campania, ha una bassa densità demografica e poco si presta ad accogliere boss della criminalità organizzata inviati in Molise a scontare pene detentive, misure cautelari e/o arresti domiciliari.
Se a ciò si sommano i pentiti e/o i collaboratori di giustizia sottoposti al programma protezione del Ministero dell’Interno si rischia di consegnare il territorio ai potentati criminali, vanificando anche il principio di sicurezza garantito dall’anonimato ai testimoni antimafia, considerato che in città di piccole dimensioni e in zone poco popolate si viene subito a conoscenza delle persone che arrivano dall’esterno.
Gli episodi accaduti a Termoli nel recente passato ed evidenziati in modo circostanziato negli episodi inoltrati anche al Ministero dell’Interno fin dal 2012, trovano una drammatica conferma nella Relazione della D.I.A. ed obbligano tutti gli Organi dello Stato a riflettere sull’insufficienza della risposta dell’allora Capo di Gabinetto del Ministro (All. 4), stante il persistere dell’assegnazione al Molise a vario titolo di boss mafiosi e vista l’assenza di misure di contrasto efficaci alla criminalità organizzata trattata dalle Delibere di Consiglio Regionale n. 217 del 14 giugno 2016, n. 293/2016, n. 295/2016 del 20.09.2016 e del 04.09.2017, e dalle interrogazioni parlamentari n. 4/06244 del 03.08.2016 e n. 4/14245 del 20.09.2016 presentate rispettivamente al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati.
Al diffondersi del rischio illegalità in Molise, lo Stato ha risposto sopprimendo il Comando Regionale dell’Arma dei Carabinieri, il distaccamento della Polizia Stradale di Larino (CB) e di altri presìdi di Polizia, e non potenziando gli organici delle Forze dell’Ordine né la dotazione strutturale, tecnologica e di mezzi a disposizione.
Il Suo impegno assunto a Foggia il 10 agosto scorso, dopo la strage mafiosa di San Marco in Lamis, è un primo passo che indirettamente tutela anche il Molise, ma è necessario mutare l’approccio dello Stato nei confronti della nostra Regione se si intende tenere i potentati criminali lontani dal controllo dell’economia locale attraverso investimenti, riciclaggio, sub-appalti, forniture di beni e servizi alla Pubblica Amministrazione, gestione di servizi pubblici essenziali ed eventuali immissione di capitali illeciti tesi a condizionare gli assetti democratici del territorio.
Distinti saluti.
Campobasso, 7 settembre 2017
Il Consigliere Regionale
Michele Petraroia