L’attualità del tema dell’acqua è fuori discussione, non c’è forse un tema più dibattuto di quello dell’acqua: dal documento di Rio del 1992, alla Conferenza dell’Aia del 2000, alla Carta del diritto sull’acqua dell’Expò di Saragozza del 2008, al Forum di Istanbul del 2009, al Consiglio Nazionale sull’acqua con sede a Marsiglia, al recente Forum Internazionale sull’Acqua, ”Acqua, Ecologia e Tecnologia” con sede a Mosca, alla Semana do Campus da Auga di Vigo del 17-22 marzo 2014, si potrebbero citare molti altri incontri e convegni nazionali ed internazionali solo per sottolineare, se ce ne fosse bisogno, l’importanza e la drammaticità, per alcune aree del planisfero, del tema acqua sia in termini di carenza sia in termini di inquinamento, ma purtroppo alle tante promesse e dichiarazioni critiche non sempre sono seguite applicazioni pratiche.
L’acqua bene comune, sembrerebbe uno slogan ma non lo è, soprattutto in Italia il dibattito è stato incentrato in questi ultimi anni sulla possibilità che i privati possano gestirne il servizio pubblico; è fin nota a tutti la battaglia intrapresa per difendere il diritto all’acqua contro la privatizzazione, sono sorti come funghi, in senso positivo, Comitati, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Festival Nazionale dell’acqua, Meeting, con lo scopo di allontanare la temuta privatizzazione, dopo la legge nel 2007 che rendeva possibile ai privati la gestione del servizio idrico. Contro questo pericolo si è mosso il popolo italiano, sono state raccolte un milione e quattrocento mila firme per il referendum abrogativo vinto nel giugno 2011, a cui ha fatto seguito una legge di iniziativa popolare depositata il 20 marzo 2014 presso la Camera dei Deputati a firma di deputati di ogni parte politica, è il testo aggiornato della legge di iniziativa popolare del 2007, l’obiettivo è ben esplicitato all’art. 1 c.2 e recita così: «favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale, nel quadro delle politiche complessive di tutela e gestione del territorio».
Come ben ribadito nel successivo art. 2 c.1: «l’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale. Il diritto all’acqua potabile, di qualità ed ai servizi igienico sanitari sono un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani, come sancito dalla Risoluzione ONU nr. 64/2010», ed ancora al c. 2: «l’acqua è un bene comune, una risorsa rinnovabile, indispensabile per la vita dell’ecosistema e di tutti gli esseri viventi. Tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e non mercificabili e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà. Qualsiasi uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale… Gli usi delle acque sono indirizzati al risparmio e al rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici».
Per tutte queste motivazioni ed altre non indicate, l’acqua non può essere gestita da privati perché come la storia ha insegnato chi possiede l’acqua comanda, non solo, ma il dominio illecito delle riserve d’acqua, sorgenti pozzi ecc., prima che fosse realizzata la rete acquedottistica gestita da Enti Pubblici, ha talora fatto proliferare organizzazioni malavitose che proprio sul controllo dell’acqua hanno fondato il loro strapotere attraverso ricatti e omicidi con relative faide. Perché un Atlante tematico delle acque del Molise, appare quasi scontato dopo le premesse su riportate; l’acqua è una risorsa vitale per tutti: uomini, animali e piante, ma oltre questa motivazione importantissima ce n’è un’un’altra che è strettamente correlata, e riguarda la conoscenza della risorsa idrica, della sua qualità e della sua effettiva disponibilità. Se non conosciamo un bene non possiamo intraprendere iniziative che comportino la sua salvaguardia, la gestione, gli usi, la lotta agli sprechi e all’inquinamento ed è in quest’ottica che prende spunto l’iniziativa di un Atlante delle acque del Molise.
L’Atlante Tematico delle Acque del Molise nasce per gemmazione dall’Atlante Tematico delle Acque d’Italia, pubblicato nel 2008, che ha avuto nella Prof.ssa Maria Gemma Grillotti Di Giacomo la musa ispiratrice; con competenza, grinta, determinazione e tanta pazienza ha coordinato il lavoro di ben 238 autori. I riconoscimenti e il plauso che l’atlante ha avuto nel mondo scientificoaccademico e politico per l’attualità del tema esaminato, per il rigore scientifico della trattazione e per l’applicazione della metodologia di ricerca interdisciplinare GECOAGRI-LANDITALY (Deposito SIAE n. 2007005663) mi hanno spinto, in pieno accordo con la Prof.ssa Grillotti, a dedicare al Molise un volume specifico sul tema dell’acqua, ampliando i temi che, nell’Atlante d’Italia, per evidenti esigenze editoriali di contenimento delle pagine, erano stati sacrificati o eccessivamente sintetizzati, con l’obiettivo ulteriore di presentare il volume in una veste editoriale adatta a divulgarlo anche fra gli studenti. La squadra è formata da ben 43 autori, esperti di diversa formazione scientifico-culturale che con entusiasmo, e a titolo gratuito hanno aderito all’iniziativa; geografi, geologi, climatologi, esperti di carsismo, storici, archeologi, cartografi, economisti, architetti, botanici, zoologi, funzionari dell’Arpa Molise, dell’Arsiam, di Molise Acque, dell’Autorità di Bacino e della Regione Molise. Tutti hanno affrontato, secondo la loro competenza, il tema acqua da varie angolature, in un’ottica interdisciplinare, con l’obbiettivo di presentarlo nella sua complessità e problematicità. Cinque anni di lavoro fra varie stesure, revisioni, bozze e continui aggiornamenti; il risultato, saranno altri a giudicarne la qualità, è stato sorprendente.
I numeri forse possono meglio spiegare la vastità del tema affrontato; 214 pagine, 49 autori, 43 tavole (alcuni autori hanno lavorato su più tavole), più di 500 figure (immagini, grafici, stralci di carte geografiche), e di queste ben 340 foto, che, rispondono magistralmente all’esigenza di esemplificare concretamente gli aspetti esaminati nel testo. Completano il corredo iconografico varie carte, prima fra tutte la carta Tecnica della Regione Molise, e ancora i fogli del Catasto, la carta di base dell’Istituto Geografico Militare e i documenti di archivio fra i quali estremamente rilevanti sono le carte storiche e i disegni di vari progetti relativi: agli acquedotti, alla galleria del Matese per il trasporto dell’acqua in Campania, al progetto risalente agli inizi del XX secolo, o quelli che provano l’esistenza nel primo decennio del XIX secolo della coltivazione del riso a Ripalta sul Trigno, l’odierna Mafalda. L’Atlante rispettando la struttura di quello nazionale, è suddiviso in cinque sezioni: Naturalistico- Ambientale, Storico-Culturale, Economico-Gestionale, delle Problematiche e gli Itinerari dell’acqua. Si apre con una tavola introduttiva “Abbondanza e fragilità del patrimonio idrico del Molise”, che offre un quadro sintetico dei problemi, delle potenzialità e delle prospettive future delle risorse idriche del Molise, ancora non pienamente valorizzate.
-La prima sezione, naturalistico-ambientale, si articola in sette tavole che offrono uno scenario ampio sugli aspetti di natura fisica: dalla rete idrografica, alle basi naturali dell’acqua, al modellamento idrico del paesaggio, alla fauna ittica, non tralasciando aspetti più specifici riguardanti le Grotte, il Pantano di Montenero Valcocchiara e la presenza della Lontra nei corsi d’acqua molisani.
-La seconda sezione, storico-culturale, si sviluppa in 10 tavole che affrontano temi legati all’approvvigionamento idrico nel passato: dagli acquedotti storici, ai pozzi, alle fontane, all’utilizzo dell’acqua negli impianti protoindustriali, quali mulini, gualchiere, cartiere la cui diffusione sul territorio dimostra che il Molise, nei secoli XVIII e XIX, era ben lontano dall’immagine stereotipata di una regione esclusivamente agreste e pastorale. La sezione si apre con una tavola relativa al paludismo che nel passato era molto diffuso in tutto il Molise tanto che ancora oggi la notevole presenza di toponimi legati a questo triste fenomeno testimonia l’esatta portata del fenomeno nella nostra regione, tanto da incidere sull’organizzazione delle attività produttive, sull’ubicazione dei centri abitati e sulla stessa distribuzione della popolazione. Non poteva in questa sezione non trovare spazio la tavola relativa agli idrotoponimi che nel nome portano scolpite le caratteristiche: geolitoligiche dei terreni, della flora, della fauna delle attività legate all’acqua ma anche la devozione religiosa; la tavola relativa ai proverbi ci permette di cogliere attraverso detti popolari l’importanza dell’acqua in tutti gli aspetti della quotidianità.
– La terza sezione, economico-gestionale, si articola in 13 tavole che affrontano tematiche relative all’uso delle risorse idriche oggi: dalla gestione delle acque, alla rete acquedottistica, agli impianti di captazione, dagli aspetti normativi delle risorse idriche, alla qualità delle acque potabili, agli usi ed ai consumi idrici. Accanto a queste tematiche di grande attualità e al centro di numerosi dibattiti è stato affrontato il tema relativo all’energia idromeccanica e idroelettrica in particolare alle centrali idroelettriche, ubicate quasi sempre su preesistenti mulini ad acqua, che caratterizzano il paesaggio molisano; molte le centrali disattivate che possono costituire uno splendido esempio di archeologia industriale, con impianti che risalgono agli inizi del XX secolo, non poteva perciò mancare la tavola relativa alla tipologia architettonica delle centrali idroelettriche con alcuni esempi significativi. La tavola relativa alle sorgenti minerali focalizza l’attenzione, attraverso un censimento delle acque minerali dal XVIII secolo ai giorni nostri, sulla scarsa utilizzazione di questa preziosa risorsa, dai deboli tentativi di utilizzo dell’acqua di Isernia degli inizi del XX secolo fino a quelli recenti di Sepinia, Castellina e Molisia. Altrettanto significativa la tavola relativa agli invasi artificiali realizzati per contenere le piene disastrose, ma anche per disporre di una riserva idrica utile al Molise e ancor più alle regioni limitrofe.
-La Sezione delle problematiche si sviluppa in 7 tavole e si apre sul difficile rapporto con le regioni limitrofe per l’uso delle acque: dalla problematica progettazione della galleria di valico del Matese, ai tanti progetti extraregionali di captazione delle acque risalenti fin dagli inizi del XX secolo, agli accordi relativi ai quantitativi destinati alle regioni vicine, in primis la Campania, affinché non fossero compromesse le esigenze della popolazione molisana sia per gli usi civici, ma soprattutto per quelli industriali ed agricoli. Questa sezione affronta in modo analitico le principali problematiche riguardanti: i rischi di inquinamento microbiologico delle acque di falda, la qualità delle acque fluviali, lacustri e i metodi di valutazione della qualità, nonché la qualità delle acque marino-costiere, strettamente dipendente dalle proprietà organolettiche delle acque fluviali che vi confluiscono. In una regione a forte rischio idrogeologico non poteva non essere affrontato il tema legato al rischio alluvioni ed agli interventi, attuati dall’Autorità di Bacino, tesi innanzitutto ad individuare le aree a rischio molto elevato, nonché l’adozione dei Piani Stralcio per evitare che le alluvioni, considerate troppo spesso fenomeni ineludibili e non prevedibili, possano attraverso questa politica conoscitiva e di pianificazione essere evitate o limitate nei danni.
-L’ultima sezione è dedicata agli Itinerari dell’acqua e si articola in 7 tavole in cui sono stati costruiti itinerari lungo le principali valli del Molise: Alto Volturno, Trigno, Biferno, Biferno- Tammaro dove il fiume diventa elemento di unione dei vari aspetti non solo paesaggistici ma anche storico culturali- economici e di attualità. Seguendo questi percorsi sono stati analizzati alcuni siti particolari di interesse paesaggistico “I giardini di Guardialfiera”; architettonico-funzionale “La Peschiera Salottolo” e la valorizzazione di un manufatto del passato “Un esempio di recupero di un mulino ad acqua”. L’atlante, nel modo in cui il gruppo di ricerca lo ha inteso, ribadito più volte, sulla scia dell’Atlante Tematico delle Acque d’Italia, dalla Prof.ssa M. Gemma Grillotti, non è un’opera conclusiva, non è un traguardo ma piuttosto è il punto di partenza per ulteriori ricerche volte a censire, monitorare, salvaguardare e valorizzare i tanti aspetti del tema acqua; l’acqua potabile è una risorsa che non può esaurirsi per scelte sbagliate che rischiano di compromettere il ciclo vitale dell’acqua, «L’umanità rischia un effetto a catena distruttivo: esaurimento di energia, di acqua potabile, di alimenti base per soddisfare consumismi alimentari errati» (Umberto Veronesi).
Ringrazio la prof.ssa Maria Gemma Grillotti per la guida preziosa, per i continui suggerimenti ed incoraggiamenti, senza il suo aiuto non avremmo avuto alcun risultato. Ringrazio anche gli Enti e i vari Patrocinatori, la dott.ssa Anna Maria Manuppella, Direttore Tecnico Scientifico dell’ARPA Molise, per aver saputo dall’alto della sua competenza indicarmi i temi e gli esperti che hanno poi affrontato le tematiche relative alla qualità delle acque. Alla Cartografa e Grafica Paola Salvatori va un particolare ringraziamento per aver, con entusiasmo, competenza e dedizione, dedicato molto del suo tempo alla realizzazione delle varie bozze. Ringrazio in particolare chi non c’è più: Glauco Brigati e Edilio Petrocelli, Glauco per aver con l’entusiasmo che lo caratterizzava appoggiato subito la nuova iniziativa per la realizzazione dell’Atlante del Molise, Edilio per avermi incoraggiata e sostenuta dandomi insieme ai suoi preziosi consigli anche immagini del suo archivio.
Un ringraziamento agli Autori per i loro eccellenti contributi e per aver “sopportato” e supportato le continue modifiche delle varie stesure, senza di loro e senza l’impegno morale che avevo preso nei loro confronti difficilmente sarebbero state superate le numerose difficoltà che molto spesso mi hanno spinto a desistere dal portare a termine il lavoro, ma, nonostante le tante avversità, finalmente siamo giunti alla meta.
Carmen Silva Castagnoli Pietrunti
Atlante Tematico delle Acqua del Molise a cura di Carmen Silva Castagnoli Pietrunti
presentazione martedì 12 maggio 2015 alla ore 17 .30 presso l’Auditorium Celestino V- Campobasso
Introduce S.E. Arcivescovo Gian Carlo Maria Bregantini
Presentano l’opera Maria Gemma Grillotti Di Giacomo e Carmen Silva Castagnoli Pietrunti
conclude Giovanni Cannata