Nel pomeriggio di ieri 16 febbraio ’15 presso la Giunta Regionale, il Consigliero Vincenzo Cotugno ha incontrato la delegazione sindacale CGIL, CISL e UIL per discutere del Piano d’Impresa di Poste Italiane. La delegazione della CISL era composto dai Segretari Confederali Gianni Notaro e Tonino Colozza, per la Federazione Antonio D’Alessandro e per le RSU Ivan Staniscia. Semplicemente irricevibile è il commento del Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro. Chiediamo di sospendere le decisioni aziendali e di avviare un tavolo di confronto. Questo piano è stato elaborato senza un criterio. Il nostro netto rifiuto è dovuto innanzitutto al fatto che i tagli vengono operati nei suoi settori tradizionali del recapito e degli uffici decentrati, a danno evidentemente delle zone più arretrate. Per questi motivi, ci attiveremo per ogni azione atta a impedire il taglio degli Uffici Postali e la loro parziale utilizzazione in molte zone, contro la cinica insensibilità aziendale che, oltretutto, ha, come ricaduta, anche perdite di posti di lavoro.
La fruizione del servizio postale nelle zone disagiate va garantita anche a fronte di volumi di traffico molto bassi. Poste Italiane non può chiudere gli uffici nei piccoli Comuni. Inoltre, la CISL Poste si rivolge alla Politica, perché domani non possa dire di non sapere. La consegna della posta è prevista a giorni alterni nelle zone con densità sotto i 200 abitanti per chilometro quadrato, con ricadute pesanti sui servizi ai cittadini (già oggi in numerosi paesi che vanno dal venafrano alla costa, fortemente ridotti). Il Garante delle Comunicazioni deve intervenire. Conosciamo le regole del mercato e comprendiamo la necessità di garantire all’azienda la sostenibilità economica dei servizi postali, ma al tempo stesso riteniamo che Poste abbia l’obbligo di non venir meno agli impegni presi, suddividendo i cittadini in serie A e B e vanificando tutto il lavoro svolto quotidianamente per fronteggiare spopolamento e disservizi in quei Centri minori, vessati da specifiche difficoltà socio-economiche e orografiche.
Gli uffici postali nei piccoli Comuni e nelle aree montane non possono essere chiusi. Il servizio postale universale è chiarissimo in materia e non si può stravolgere. Il presidente AgCom Angelo Marcello Cardani deve intervenire sul tema, chiarire le preoccupazioni sulla situazione di quelle zone del Paese dove agli oggettivi ostacoli di natura orografica si aggiungono spesso difficoltà economiche. È necessario fare ogni sforzo possibile per evitare che i piccoli centri siano svantaggiati rispetto alla restante parte del Paese. Il tavolo si è aggiornato per venerdì 20 febbraio alle 15,00 presso la Giunta Regionale a Campobasso.
Poste : situazione critica per gli uffici postali molisani
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