Nel suo piano di razionalizzazione, Poste Italiane ha deciso di razionalizzare 19 Uffici Postali in Molise e chiuderne definitivamente 1. Dietro la parola “razionalizzazione” si cela un taglio che non piace a nessuno: a chi in ufficio postale va a riscuotere la pensione, a chi dovrà percorrere km per poter pagare un bollettino, a chi spera che il proprio impiego, oggi part-time, possa presto divenire full-time. I lavoratori delle Poste dovranno essere ricollocati in altri uffici, e le speranze di turnover per le nuove leve si affievoliscono sempre più. Un piano ingiustificabile e inaccettabile che andrà a colpire soprattutto i centri più piccoli e le zone più disagiate in un tessuto sociale già fortemente caratterizzato dalla disoccupazione e dalla quasi totale assenza di servizi forniti ai cittadini. La CISL Poste – riferisce il Segretario Antonio D’Alessandro – non intende accettare passivamente questo piano disastroso sia dal punto di vista sociale che economico e per questo motivo promuoverà iniziative atte a coinvolgere le Istituzioni locali interessate per spiegare le motivazioni del rifiuto di questo taglio rigido di posti di lavoro.
La CISL Poste evidenzia – continua Antonio D’Alessandro – che mentre nel discorso del Capo dello Stato si è avvertito un invito ad ascoltare i giovani, dar loro speranze di crescita, opportunità lavorative per poter sperare in un futuro migliore di quello delineato dagli attuali scenari di crisi mondiale, in controtendenza, Poste Italiane riduce la propria forza lavorativa nonostante gli utili raggiunti negli ultimi anni. La CISL Poste dopo aver tenuto assemblee con i lavoratori postali, incontrato Sindaci, Consiglieri, Assessori, Presidenti della Regione, Parlamentari, chiede coinvolgimento e sostegno. Il piano di tagli «non negoziabile» presentato da Poste Italiane riceve la risposta unanime di «dissenso» da parte della CISL Poste, che prenderà contatto con tutti gli attori coinvolti per studiare una contromossa.