“Poste Italiane va contro i propri dipendenti”. Lo denuncia la CISL Poste nella prima delle assemblee sindacali previste nelle prossime due settimane: “In nome della privatizzazione l’azienda vessa i lavoratori”. “Poste Italiane… non è tutto oro quello che luccica”. È la denuncia della Slp Cisl che da oggi, lunedì 17 ottobre, fino al 29 ottobre, ha indetto, insieme alle altre OO.SS., assemblee a porte chiuse all’interno degli uffici postali del Molise, per sensibilizzare i lavoratori sui motivi della loro mobilitazione. Prima tappa l’Ufficio Postale di Riccia, resteranno chiusi Cercemaggiore – Jelsi – Gambatesa – Tufara – S. ELIA A P. – Macchia V. – Pietracatella.
Antonio D’Alessandro, segretario interregionale della CISL Poste Abruzzo Molise, ha attaccato l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, colpevole di dare un’immagine positiva dell’azienda che, secondo il segretario, non corrisponde alla realtà.
Antonio D’Alessandro, infatti, denuncia una serie di problematiche che ricollega al piano di privatizzazione che l’azienda potrebbe attuare, in cui è prevista la dismissione di molti uffici postali: “Caio ha annunciato 8000 assunzioni – afferma Antonio D’Alessandro – ma non parla dei 15 mila esodi che ci saranno nei prossimi anni, aggiunti al possibile piano di dismissione degli uffici postali che porterebbe alla riduzione da 145 mila a 125 mila posti di lavoro”.
Antonio D’Alessandro denuncia le condizioni di lavoro dei dipendenti di Poste Italiane: “Sei ore di lavoro in piedi, postazioni non ergonomiche, scarsa formazione del personale: sono alcuni dei molti problemi – afferma il segretario – che gli operatori devono affrontare ogni giorno. Non possiamo continuare così”.
Poste Italiane: non è tutto oro quello che luccica
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