Venerdì 15 maggio alle ore 17,30 a Campobasso nella sede della CISL in Via Ziccardi si è tenuto il Consiglio Regionale SLP CISL Molise, alla presenza del Segretario Generale Abruzzo Molise SLP-CISL Ezio Fosca, del Segretario Aggiunto Abruzzo Molise SLP-CISL Antonio D’Alessandro, e del Segretario Confederale Gianni Notaro.
Antonio D’Alessandro apre i lavori e immediatamente passa alla presentazione, ai saluti dei presenti e inizia ad introdurre i lavori, come di seguito riportato.
Come di sicuro sapete, la riorganizzazione dei servizi postali, della struttura logistica e degli sportelli al pubblico, fortemente voluta da una dirigenza che sembra operare senza lungimiranza e raziocinio, ha portato ad uno scontro a più livelli e, attualmente, la situazione in Poste Italiane è irrisolta e drammatica. E, se la situazione in Italia è drammatica, la situazione in Molise è tragicamente dolorosa.
In Molise le conseguenze della crisi economica sono evidenti e preoccupanti, inutile nasconderlo. Alla chiusura delle già poche aziende, alla riduzione drastica dell’iniziativa produttiva ed industriale, all’assottigliarsi del numero di attività commerciali, al declino delle attività agricole, si aggiunge la riduzione di posti di lavoro non solo nel privato, ma anche nel settore pubblico, con riorganizzazioni selvagge e disordinate che mirano al risanamento fittizio con tagli e dismissioni piuttosto che a vere ristrutturazioni basate su investimenti, piani di crescita e prospettive di sviluppo. Ciò sta accadendo anche in Poste Italiane. In Molise, a causa del continuo ridimensionamento del numero dei portalettere, il servizio di consegna della corrispondenza è peggiorato, mentre la chiusura continua di uffici postali e la riduzione del personale di sportello provoca disagi continui alla cittadinanza: sportelli aperti a giorni alterni o addirittura chiusi al pubblico, riduzione di servizi al cittadino, tempi di consegna di una lettera vicini ai 5 giorni, aumento notevole delle tariffe.
Il Sindacato non può tacere. Anche stavolta il Sindacato ha il dovere morale di denunciare e indicare la giusta via. La politica non può far finta di nulla, deve affrettarsi a ricercare ed adottare quelle politiche di sviluppo e di crescita, indispensabili in Italia e nel Molise ma, ancora oggi, praticamente inesistenti. È necessario recuperare il tempo perduto.
In qualità di Segretario di categoria, ho il dovere di parlare delle oscenità che si stanno consumando in quella che, nonostante tutto, è la più grande Azienda ancora esistente in questo paese. L’intenzione è di procedere ad una privatizzazione senza senso, che servirà solo ad abbattere una percentuale minima del debito pubblico italiano, impattando su quest’ultimo solo dello 0,4%. Una privatizzazione che servirà, ancora una volta, soltanto a far cassa e, alla fine, a garantire un tornaconto in termini di premi e regalie ai soliti personaggi, che ben conosciamo. Eppure sembra che niente possa impedire che si consumi una delle peggiori svendite italiane che, alla fine, distruggerà un’Azienda ancora produttiva che, oggi, dà lavoro a 150.000 dipendenti, 150.000 famiglie, 1000 solo nel piccolo Molise.
Il management super pagato è stato capace di far perdere l’80% di utili in un solo anno, da oltre 1 miliardo di euro a poco più di 200 milioni. La totale indifferenza di attenzione e di provvedimenti da parte delle autorità amministrative fa sorgere dubbi sull’adeguatezza della classe politica, se non addirittura sospetti legati ad una colpevole complicità.
Il piano d’impresa prevede tagli, chiusure, riduzioni strutturali, desertificazione, aumento di costi per i cittadini e, alla fine, scarsa qualità, minimi investimenti, una strategia aziendale davvero inaccettabile.
Eppure il servizio Postale, con provvedimenti adeguati e avveduti, potrebbe essere il fiore all’occhiello dell’Italia. Ricordo che Poste, Amministrazione dello Stato e vero carrozzone fino alla fine degli anni ’90, è stata in grado di privatizzarsi, produrre utili, fornire servizi di eccellenza ai cittadini, far sorgere un sistema alternativo alle banche, alle assicurazioni, alle compagnie telefoniche e diventare punto di riferimento per risparmiatori, piccole aziende e grandi realtà economiche, fornire servizi in forma gratuita per conto dello Stato stesso.
Al momento, tuttavia, le interrogazioni parlamentari, i confronti serrati, i protocolli d’intesa, il nostro impegno, le nostre azioni di lotta e la strenua opposizione portata avanti dalle forze sindacali, la Cisl in primis, sono serviti unicamente a far rinviare i progetti di riorganizzazione e, dopo le elezioni amministrative, siamo sicuri che i programmi aziendali verranno riproposti e portati avanti con maggior determinazione.
Tutti noi sappiamo a cosa servono e come funzionano le privatizzazioni: sappiamo che si fanno per un solo motivo, dare un monopolio esclusivo al privato; ma non un privato inteso come realtà imprenditoriale accorta, propositiva e capace di far bene; si tratta invece di favorire, come sempre, quei gruppi di potere senza scrupoli, capaci di influenzare negativamente la politica e l’intera economia trascinando con sé il destino di quella moltitudine silenziosa fatta da giovani disillusi, anziani, madri e padri di famiglia ed individui che, ogni giorno, fanno sacrifici e cercano di portare avanti, con reali difficoltà, la propria esistenza.
Noi, chiaramente, continueremo ad opporci. I cittadini meritano di più, non possono essere trattati come dei burattini utili oggi per i voti, domani per fare sacrifici. La politica, i falsi manager, le classi dirigenti incapaci non possono continuare a prendere in giro la cittadinanza che, rappresentata dalle forze sociali, deve far sentire la sua voce. Noi tutti meritiamo il giusto rispetto!
Poste, D’Alessandro: noi tutti meritiamo il giusto rispetto!
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