Dopo l’azione in Consiglio regionale contro i danni ambientali causati dall’opera e dopo che il progetto è finito negli atti di indagini di tre Procure, ora arriva anche l’interrogazione M5S alla Camera dei deputati sul maxi finanziamento da 13,5 milioni di euro concesso anni fa da Banca Etruria per la realizzazione del porto turistico. Un super “prestito facile”, erogato senza controlli né garanzie che ha causato danni ai risparmiatori; un esempio di quanto potrebbe accadere anche con Mps.
Il tema è quanto mai attuale visto che è ancora aperto il contenzioso tra migliaia di risparmiatori e la vecchia Banca Etruria e dato che il governo è alle prese con il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. Ma cosa c’entra il porto turistico ‘Marina Sveva’ di Montenero di Bisaccia con tutto questo? Andiamo con ordine. Come abbiamo raccontato nei giorni scorsi il progetto su un’area di 100 mila metri quadrati doveva servire a rilanciare l’economia marittima molisana, invece a distanza di anni la sua realizzazione ha causato danni ambientali irreparabili ed è oggetto di tre inchieste a vario titolo. Senza contare le anomalie sui costi dell’opera: il costo complessivo previsto era pari a 8 milioni 500 mila euro, ma già nel 2006 l’importo appaltato era di 13 milioni 800 mila, mentre la spesa finale ha superato i 17 milioni 487 mila euro.
Il Movimento 5 Stelle Molise ha già presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per sapere se l’opera soddisfa ancora il “rilevante interesse pubblico” alla base della concessione demaniale che peraltro ha trasformato in modo irreversibile un tratto di costa. Tra le altre cose la Regione deve spiegare se giudica quanto meno anomalo l’incremento dei costi, se sono state rispettate tutte le prescrizioni ambientali contenute nella concessione e se sono state seguite le norme antisismiche.
Il progetto, intanto, è oggetto di varie indagini. A Larino è aperto un fascicolo per abuso d’ufficio e reati edilizi, mentre ad Arezzo la Procura indaga su una più ampia inchiesta per bancarotta fraudolenta su alcuni finanziamenti di Banca Etruria tra cui proprio quello per il porto di Montenero. La Procura di Ferrara, infine, indaga sul fallimento della coop emiliana Cmr, Cooperativa muratori riuniti di Filo di Argenta, che ha ricevuto da Banca Etruria ben 13 milioni e mezzo di euro di “fido facile” per la costruzione del porto.
Proprio questo finanziamento è al centro di un’interrogazione presentata alla Camera dei deputati da sedici portavoce M5s, con prima firma Daniele Pesco. Come scritto nell’atto “risulterebbe che tra i motivi delle indagini sul finanziamento da 13,5 milioni di Banca Etruria ci sia la non corrispondenza tra l’importo erogato e i costi dell’opera. Opera che doveva essere eseguita da un consorzio di cooperative, che con precedenti atti ispettivi, è risultato evidente lavorare spesso oltre il rispetto delle regole consentite”. Il tema apre ad altri interrogativi? “Se in una banca come Bpel ci sono tantifinanziamenti erogati senza nessun controllo, senza garanzie sufficienti, classificabili come “fidi facili” (non onorati e interessati dalla procura per probabile bancarotta), quanti ce ne potrebbero essere in una banca come Mps guidata da condizionamenti politici oltre che in tutte le altre banche italiane? Il tutto considerando che la Vigilanza di Bankitalia e la normativa antiriciclaggio sembra abbiano fallito in molti casi”.
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto al governo se intende adoperarsi per permettere alla Guardia di Finanza di verificare subito tutte le grandiesposizioni dei gruppi bancari a rischio insolvenza o bail-in, in primis Monte dei Paschi, per evitare danni ai risparmiatori e danni erariali allo Stato. Ma ha chiesto anche a quanto ammonta il totale complessivo deidepositi oltre i 100 mila euro di società partecipate da Stato ed Enti locali sui conti correnti a loro intestati presso Mps.
Attendiamo risposte, sia dal governo nazionale che da quello regionale.