Uno dei dati che sta emergendo dalle prime diatribe politiche pre elettorali in Molise è che la voglia matta della sinistra di frantumarsi è oramai endogena alle sigle molisane; il passaggio complesso che ha portato una soluzione vincente alle amministrative di quattro anni addietro sembra solo un ricordo. Lo scoglio, imponente, da superare sarebbe adesso il ‘niet’ imposto da MDP e Ulivo 2.0 a sedersi al tavolo di trattative con Rialzati Molise e con la componente ora vicina al partito di Alfano; una posizione netta, che sconta vecchie ruggini ma porta anche elementi di novità. Personalmente sono sorpreso dal fatto che Roberto Ruta e Pierpaolo Nagni non vogliano dialogare, visto che sono cresciuti politicamente insieme e si conoscono fin dall’adolescenza; la politica, è vero, è fatta di separazioni e riconciliazioni e chi era amico prima diventa nemico poi, casomai tornando amico in seguito. In questa sorta di teatro dell’assurdo si consumano scelte di potere e di opportunità, ma anche chiacchiere più o meno serene, come se si trattasse di una costante rappresentazione della commedia dell’arte. Il resoconto: Danilo Leva e Roberto Ruta hanno oramai sfiduciato Palo Di Laura Frattura e i suoi alleati storici nella triade PD, Rialzati Molise ed ex- Di Pietro, ( il terzo è ora alla corte di Alfano). Viene spontaneo ricordare, per ricollegarsi alle premesse, che proprio i due parlamentari sono stati i notai nell’operazione che ha portato l’architetto campobassano alla guida della Regione, benedicendo l’approdo proprio di Rialzati Molise, oltre che dell’Udeur, strappandoli alla concorrenza di Michele Iorio e dei suoi. Se Sparta piange, Atene non ride (o viceversa, a seconda dei ruoli che si vogliono dare alle due coalizioni politiche); anche il centro destra è tutt’altro che unito, al punto da chiedere già da ora a Rialzati Molise da quale parte vuole stare, mentre anche quello che sembrava acclarato, cioè che Vincenzo Niro (non più Udeur, ma Popolari per l’Italia) tornerà, da indipendente, verso i lidi berlusconiani, non viene ancora certificato dall’interessato. Tornando al centro sinistra, il giocattolo si è rotto definitivamente quando la componente ‘fratturiana’ ha iniziato a mettere in campo, scientificamente, la campagna acquisti verso parti della componente ‘rutiana’: a Campobasso l’esempio pregnante, per bagaglio elettorale, è quello di Pietro Maio, ma nella periferia partitica sarebbero in corsa per la transumanza politica molti altri esponenti. Il comportamento non è bello, ma non è nuovo ed è usato costantemente da quando i partiti sono diventati sigle da utilizzare alla bisogna. Lo scontro non sarà sempre così ‘arido’, ma si sostanzierà anche sulle strategie, dove la componente apparentemente debole è quella in verità favorita; Roberto Ruta come giocatore di scacchi della politica molisana non è secondo a nessuno e dovrà rimediare con qualche mossa a sorpresa all’emorragia in corso nella sua corrente, che certo non ha il potere contrattuale (ad iniziare dalla possibilità di gestire incarichi) della squadra di governo fratturiana. L’Ulivo perde foglie…e l’autunno non è ancora iniziato.
Stefano Manocchio