di Stefano Manocchio
Saranno le primarie del PD, allargate al voto anche dei non tesserati, il primo banco di prova nel centro sinistra in vista delle elezioni comunali di Campobasso del 2024. Vediamo perché.
L’alleanza con il Movimento Cinque Stelle, imposta per ‘decreto’ da Roma prevede la turnazione nell’incarico apicale, quello del sindaco e quindi spetterà al partito della Schlein effettuare la nomination, che potrà avvenire con due tipologie: quella del campo largo oppure un consolidamento sui due partiti maggiori della coalizione, per poi chiedere agli altri chi ci sta. Ai fini della nomina non cambierà molto, fatto salvo un potere di veto sul nome ma non nell’assegnazione partitica, nel senso che alla fine il candidato sindaco spetterà al PD ‘a prescindere’, ma potrà essere scelto in un paniere nel quale anche i Cinque Stelle come i partiti minori potranno dire la loro ed eventualmente essere ascoltati.
Non è un’elezione qualunque quella del rinnovo del Consiglio comunale nel capoluogo di regione; nell’aria ci sarebbe vento di novità ed è appunto per questo che le primarie saranno importanti, perché precederanno quell’evento.
Negli ultimi anni tutta la nomenclatura ‘piddina’ molisana è dipesa dall’esito di un contrasto ‘virtuale’ (nel senso che non era esplicitato, ma sotterraneo) in un ipotetico asse San Martino in Pensilis-Riccia, rappresentati rispettivamente da Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli, che alcune volte sono usciti allo scoperto, facendo capire il dissenso dell’uno sull’altra su temi di scottante attualità. Il rafforzamento dell’uno e dell’altra determinava gli equilibri nel partito ‘rosso’. Ora sappiamo che Facciolla non si ricandiderà alla segreteria regionale e il ruolo della Fanelli in ciò non è ancora pervenuto. Dalle ultime primarie è cambiato qualcosa: sia Facciolla che Fanelli rappresentano la mozione che ha vinto in Molise, ma perso nella votazione nazionale interna al partito. A dirla breve l’unico in regione ad appoggiare la Schlein è stato Roberto Ruta e su di lui si sono accesi i riflettori, sia con riferimento alle primarie che alle comunali di Campobasso.
L’ex-senatore potrebbe non avere già scelto quale corrente sarà degna di dialogare con lui e solo per questo motivo sulle ‘nomination’ alla segreteria regionale si sa ancora poco o nulla. Per il momento vengono fatti i nomi di tutti o quasi: Stefano Buono, Ovidio Bontempo, Bibiana Chierchia e Giose Trivisonno, Manuela Vigilante, o Antonio Tommasone. Più defilato ed appena accennato il nome di Nicola Messere, fatto più per pedigree che per reale intenzione dell’interessato. Ma il punto non è (solo) questo, quanto piuttosto quale linea assumerà Ruta all’interno del partito dopo le primarie, visto che è più o meno pacifico che proprio sulla scelta del candidato a sindaco di Campobasso si giocherà anche il suo futuro.
L’avvocato campobassano ha necessità di consolidare le sue posizioni e prepararsi il terreno per il ritorno alla carica parlamentare: ora ha rappresentanza in Consiglio Regionale attraverso la sua collega di corrente Alessandra Salvatore e deve almeno cercare di consolidare le posizioni con il candidato sindaco, che come scritto in altro atro articolo potrebbe essere il suo fedelissimo Giose Trivisonno (sperando per lui che non valga il detto: “in Conclave chi entra Papa esce cardinale”); poi dovrà cercare di non rompere l’equilibrio interno al partito e quindi guardare con occhio di riguardo anche all’area riccese.
Insomma una bella scommessa per chi, esplicitamente o fra i denti, viene considerato dalla gente come il cardinale Richelieu della politica campobassana.