Nei giorni scorsi ho inviato una nota all’amico Pierpaolo Nagni, titolare della delega, nella quale ho rimarcato che – pur condividendo l’immane lavoro che sta portando avanti e gli obiettivi che intende raggiungere – purtroppo ho riscontrato una carenza di pianificazione circa le due importanti aree territoriali che – a mio avviso – avrebbero meritato e meritano maggiore e più corposa considerazione.Lacune incomprensibili soprattutto in virtù delle necessità che giungono forti da entrambe le zone: è innegabile il ruolo nevralgico dell’area del Fortore rispetto alla viabilità che congiunge il capoluogo regionale alla vicina Puglia ed è altrettanto evidente come una migliore dotazione infrastrutturale rappresenti un ulteriore mezzo per risollevare le sorti di una zona dove il Governo regionale e la maggioranza hanno deciso di spendersi per concludere – finalmente, aggiungo – la ricostruzione post sisma.
In questi mesi ho più volte portato all’attenzione degli Enti e dei soggetti direttamente coinvolti la necessità di procedere al ripristino delle indispensabili condizioni di sicurezza delle arterie stradali che insistono in entrambe le zone territoriali da me attenzionate e non per mere questioni di campanilismo, territoriale e politico, ma per oggettive e riscontrabili esigenze.Ho sollevato spesse volte l’urgenza dei lavori di messa in sicurezza delle arterie che congiungono l’area del Fortore al capoluogo regionale, dove troppo spesso assistiamo, impotenti, ad incidenti mortali. Eventi luttuosi che segnano famiglie e intere comunità. Il movimento franoso che inoltre interessa la Fondovalle del Tappino (Anas), le arterie che interessano i centri del Fortore, l’annosa questione della Succida-Tammaro per la quale, da oltre tre anni, insisto con l’Amministrazione Provinciale di Campobasso a fronte di finanziamenti concessi e dileguatisi e a procedure di esproprio ormai concluse (pagamenti effettuati).
Relativamente alle infrastrutture dell’area del cratere sismico, è evidente la necessità di contrastare con forza l’isolamento territoriale che rischia di frenare la ripresa economica di una larga parte di territorio regionale per il quale ci stiamo spendendo fin dal nostro insediamento, puntando dritto alla conclusione della ricostruzione. E’ impensabile immaginare solo la ricostruzione dei centri urbani senza prevedere, altresì, ammodernamenti e messa in sicurezza delle strade di comunicazione tra gli stessi.Sono certo che l’appello che ho indirizzato all’assessore Nagni e alla Giunta Regionale troverà riscontro di sensibilità politica e il massimo ascolto che merita ogni considerazione in ragione di quelle che si paventano come necessità evidenti e non più rinviabili. Salvatore Ciocca