Il titolo era bello: “Hera Ambiente non potrà bruciare CSS 4.3.2.”. Ma la lettura dell’articolo è stata deludente: di ben piccola conquista si trattava! Ieri mattina sul giornale telematico di Mario Lepore si leggeva una notizia all’apparenza confortante: la sostanza più brutta, dal nome un po’ da fognatura e un po’ da squadraccia nazista, non sarà bruciata nella Piana di Venafro, grazie a un emendamento al Piano Regionale dei Rifiuti. Una sorta di contentino o di specchietto per le allodole, che lascerebbe aperte questioni enormi: sia gran parte di quelle sollevate dal comitato “Mamme per l’ambiente e per la salute”, sia altre sulle quali il “Gruppo di azione popolare”, capeggiato dall’imprenditore edile Gaetano Patriciello, non fa sconti a nessuno.
Vediamone qualcuna.
1. Alla Piana di Venafro sarebbero “risparmiati” alcuni rifiuti “proposti” da Hera Ambiente ma non si parla degli altri: quelli “(compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti”, come li definisce il codice CER 19.12.12. (in pratica, rifiuti del… trattamento dei rifiuti!).
2. Non si dà risposta alla seconda richiesta del comitato “Mamme per l’ambiente e per la salute”: “Munire A.R.P.A. Molise di strumenti idonei al controllo delle attività impattanti esistenti nel nostro territorio, perché si possano mettere in atto le azioni di controllo previste nel documento A.I.A. sia per Herambiente che per Colacem”. Perché si guarda solo a Hera Ambiente e non pure al colosso Colacem e al suo mega-cementificio di Sesto Campano?
3. Si elude la terza richiesta dello stesso comitato “Mamme per l’ambiente e per la salute”: “Valutare attentamente il Piano Regionale Rifiuti, prima di approvarlo”, verificando “che esso sia rispettoso nei fatti delle disposizioni di legge inerenti l’obbligo di aumentare la raccolta differenziata, con conseguente diminuzione di materiale da portare all’incenerimento o in discarica e non il contrario”.
Quest’ultima questione è la più spinosa.
“Valutare attentamente” deve significare dare a tutti la possibilità di studiarsi il corposo Piano (un volumaccio di quasi mille pagine piene di dati tecnici!), avvalendosi di esperti che abbiano le competenze per “fare le pulci” a chi quel Piano ha redatto. E come si può pretendere che questo si faccia in un mese (ormai in meno di una settimana), con la scusa che il documento dev’essere per forza approvato entro dicembre?
La conclusione è che la Regione non deve approvare il Piano. Non basta qualche emendamento: bisogna non votarlo e dare, invece, alle popolazioni interessate il tempo e la possibilità concreta di esaminarlo e presentare osservazioni meditate, dettagliate, confortate da argomentazioni tecniche ineccepibili.
“Non ho dubbi – dichiara Gaetano Patriciello – che la Regione saprà tenere nella giusta considerazione l’ansia della gente per la tutela dell’ambiente: a partire dal Presidente Frattura e dall’Assessore al ramo, Facciolla, fino al Consiglio tutto. Una garanzia sarà sicuramente il Presidente dell’Assemblea, Vincenzo Cotugno, che già in passato si è speso per questa nobile causa, nella quale anche con le ultime dichiarazioni si conferma coinvolto personalmente”.
“Come è noto – continua l’imprenditore – sono legato a lui anche da uno strettissimo vincolo di parentela, che mi fa nutrire fiducia nella sua sincera preoccupazione per la salute delle nostre popolazioni. Lui non deluderà, ne sono più che certo, le legittime aspettative della sua terra e metterà in campo tutta l’autorevolezza che gli deriva dalla quasi unanimità di suffragi che lo ha portato al supremo scranno dei legislatori regionali. Di quell’autorevolezza si avvarrà per fare in modo che il Consiglio regionale dia una risposta politica giusta, chiara e inequivocabile alle migliaia e migliaia di abitanti della Piana di Venafro. Dal canto nostro – aggiunge – ci rivolgeremo a tutte le forze rappresentate in Consiglio, non escludendo, ovviamente, il Movimento 5 Stelle, sempre sensibile a queste problematiche, confidando indistintamente in tutti i Consiglieri, di maggioranza o minoranza che siano, purché interessati al bene comune”.
“Bene comune – spiega Gaetano Patriciello – che è cosa diversa dal bene di qualche associato alla Confindustria molisana, al cui Presidente, Mauro Natale, è bene far notare che qui parliamo di salute, non di business e che gli imprenditori che si stanno ribellando rappresentano una base dieci, venti, cento volte più ampia di quella di una Colacem o di una Hera Ambiente, tanto per citare le più direttamente interessate al problema. Una base fatta di lavoratori occupati nelle loro aziende, cui si è unita tanta altra gente della società civile: professionisti, esponenti dello sport, uomini impegnati in politica…”. Fa anche qualche nome: Raffaele Cotugno, della Coldiretti, consigliere del Consorzio di bonifica della Piana di Venafro; Antonio Di Vito, imprenditore, Massimiliano Di Vito, imprenditore; Fabrizio Tombolini, Consigliere comunale di Venafro; Nico Palumbo, noto commercialista, e tanti altri.
“A loro e a tutta la popolazione – conclude – i politici dovranno dimostrare di avere come unico obiettivo l’interesse della gente. Quella gente che, in caso di approvazione del Piano farà sentire forte la sua protesta contro una classe politica che sarà ritenuta responsabile in prima persona di avere svenduto il bene più prezioso di questa regione, rappresentato proprio dal patrimonio ambientale”.
( Comunicato stampa del “Gruppo di azione popolare”)
Piano regionale dei Rifiuti : monta la protesta popolare
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