“Purtroppo tutte le nostre preoccupazioni, tutte le nostre avvisaglie rivolte al Governo regionale per porre maggiore attenzione sulla situazione preoccupante dei trasporti e della viabilità molisana, si sono concretizzate e disegnano uno scenario fortemente negativo per il Molise. Difatti la stipula del II atto integrativo all’accordo di programma quadro “Viabilità”, per un importo complessivo di 99.652.400 euro, indica con chiarezza la scarsa attenzione riposta dal Governatore verso alcune zone del Molise che invece avrebbero necessitato di importanti interventi strutturali per porre rimedio a situazione gravi determinate dal dissesto idrogeologico, dai movimenti franosi e dalla pericolosità delle vie di collegamento.
Dalla lettura del programma degli interventi, per inciso 60 di cui 4 di rilievo strategico e 56 di viabilità di convergenza regionale e interregionale, emerge in maniera chiara come siano pochissimi gli investimenti previsti per l’Alto Molise, per la zona del cratere sismico e per il Fortore, territori il cui rischio di emarginazione dai grandi centri abitati rischia di divenire sempre più concreto, con le conseguenti ricadute negative che potranno essere determinate da questa situazione.
Eppure solo lunedì scorso, durante la Terza commissione consiliare, gli stessi sindaci del Fortore, alla presenza dell’Assessore Nagni, avevano invocato la necessità di porre in campo i dovuti interventi per mettere in sicurezza la strada statale 645, colpito all’altezza del chilometro 18 da un movimento franoso; qual è il risultato? Nessuno, visto che nel programma degli interventi non c’è nessun riferimento a questo intervento.
Eppure il Governo regionale ha annunciato in maniera trionfale l’accordo raggiunto presso i tavoli romani, quanto in realtà gli unici risultati ottenuti ci sembrano quelli di aver riprogrammato opere già individuate precedentemente e di aver cancellato ogni possibilità di far partire il cantiere dell’autostrada, duro colpo per la ripresa economica e produttiva di un territorio che oramai da mesi si trova in uno stato di difficoltà dal quale non sembra più riuscire a riemergere, l’unica via con la quale si sarebbe potuto davvero rompere lo storico isolamento del Molise.
Invece il Presidente Frattura e la sua Giunta hanno deciso di continuare imperterriti sul binario di questa nuova riprogrammazione, tra l’altro attuata con notevole ritardo, che oltre a non prevedere ulteriori fonti di finanziamento oltre a quelle stanziate dalla passata amministrazione regionale ha privilegiato i grandi interventi, come i lavori sulla Tangenziale Nord di Campobasso per 18 milioni di euro, il I° lotto della metropolitana leggera per 23,5 milioni di euro e il tunnel di raccordo stradale tra il porto di Termoli e il lungomare nord per circa 15 milioni di euro, lasciando invece sguarnite le aree interne, quelle più bisognose di interventi in materia di viabilità.
Ribadiamo, ancora una volta, come per questioni di così grande importanza, sia per il territorio sia per il tessuto sociale della nostra Regione, non ci si può esimere dal coinvolgere tutti gli attori politici interessati, dalle amministrazioni comunali e provinciali fino a coinvolgere in un discorso che deve essere fatto di condivisione, di unità di intenti, di impegno fattivo per il territorio, anche il Consiglio regionale, al quale ai sensi dell’art. 16 dello Statuto regionale spetta, tra le altre cose, “la programmazione delle opere pubbliche di interesse regionale”.
Perché non è stato attivato nessun confronto su questo tema, così importante per il nostro territorio, con tutte le parti coinvolte?
Perché non si è preso atto delle esigenze dei vari soggetti, estromettendoli da ogni forma di percorso decisionale?
Questo è l’unico modo per programmare interventi che siano equi su tutto il nostro territorio molisano, ricercando il benessere generale dell’intera collettività, senza preferire alcune opere infrastrutturali ad altre, senza fare figli e figliastri, e soprattutto senza pregiudicare le prospettive di rilancio e sviluppo del nostro territorio”.
Angela Fusco Perrella
Nicola Cavaliere
Giuseppe Sabusco
Piano infrastrutture, c’è poco da festeggiare: aree interne dimenticate ed emergenze irrisolte
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