Basta leggere il punto 7.7 a pag. 114 del Piano Energetico Ambientale all’esame del Consiglio Regionale per interrogarsi sulle scelte prospettate e sui rischi di ulteriore stravolgimento del territorio molisano.
“Ad oggi sono installate n. 308 pale che producono 369,5 MW annue, ma sono state già concesse autorizzazioni per ulteriori 508 MW che corrispondono a circa 400 nuove pale eoliche, e sono in itinere procedimenti tesi ad ottenere le autorizzazioni per ulteriori 2.191 MW pari a n. 1.600 nuove pale, per un totale complessivo di n. 2300/2350 impianti eolici da collocare in una regione che si estende per 4500 kmq, praticamente una ogni 2 kmq compresi centri urbani, monti, fiumi, laghi, strade, chiese e monumenti”.
Fatte queste premesse, il PEAR non assume alcun orientamento programmatico sulle istanze autorizzate e/o in itinere, ma indica nell’ultimo capoverso del punto 7.7 la scelta che raddoppia sia la potenza attuale da 369,5 MW a 700 MW, che la produzione da 683 GWh attuali a 1300 GWh.
Dal quadro di riepilogo a pag. 127 del PEAR al punto 7.12 la tabella 7.29 chiarisce che l’obiettivo finale di produzione da fonte rinnovabile viene innalzato fino al 50% rispetto al 35% già raggiunto nel 2013 dal Molise e fissato dal Decreto Ministeriale del 2012 “Burden Sharing”, e su una previsione complessiva da fonti rinnovabili pari a 82,52 Ktep/a l’eolico dovrebbe contribuire per 52,6 Ktep/a.
Rispetto ad un atto di programmazione regionale che sceglie di puntare sull’eolico in modo così allarmante, è opportuno aprire una riflessione che aiuti il territorio a capire le ragioni che spingono la Regione Molise ad andare in questa direzione.
Quali sono i vantaggi, i benefici e le ricadute positive per le comunità locali, per il turismo, per gli agricoltori e per la nostra economia?
Piano Energetico Ambientale: troppo sbilanciato a favore dell’eolico. Prevede il raddoppio delle pale?
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