La Regione Molise si vanta di non aver più da tempo concesso autorizzazioni per la realizzazione di impianti eolici. I dinieghi fondano le proprie ragioni sul principio che “il paesaggio è bene primario assoluto, prevalente rispetto a qualunque altro interesse”. Da queste condivisibili premesse ci si attendeva una nuova politica regionale a difesa del territorio, già fortemente umiliato dalla presenza di uno spropositato numero di pale eoliche che fanno della nostra terra la regione a più alta densità di impianti industriali di tal tipo, in proporzione alla sua superficie.
Ma alle lodevoli intenzioni, purtroppo, non seguono i fatti!
E’ allo studio della III Commissione regionale il piano Energetico Ambientale del Molise – relativamente al quale Italia Nostra Campobasso ha formulato proprie osservazioni –, le cui conclusioni vanno in direzione diametralmente opposta all’attenzione per la tutela paesaggistica e ambientale nella quale la Regione stessa aveva fatto ben sperare.
Pur espressamente rilevando che “un possibile conflitto può nascere tra l’interesse di tutela paesaggistica-ambientale e la necessità di avere energia da fonti rinnovabili” e che il patrimonio comune del Molise “va tutelato e rispettato per garantire alla Regione uno sviluppo che consenta di valorizzare a pieno tutte le risorse senza dolorose fratture con la storia”, il PEAR giunge ad una risoluzione di inaspettato segno contrario, ipotizzando sostanziosi incrementi di produzione energetica da fonti rinnovabili rispetto a quelli imposti dal decreto Burden Sharing (20-20-20), già raggiunti ed abbondantemente superati con largo anticipo.
E lo fa insistendo ancora e soprattutto sul ricorso all’eolico, sia pur prendendo in considerazione non tanto i mega impianti, quanto, piuttosto, il cosiddetto mini eolico, devastante anch’esso, se non ancor più devastante, dei primi. Se non è zuppa è pan bagnato!
Una anticipazione di tale indirizzo è già sotto gli occhi di tutti con il rilascio da parte della Regione di autorizzazioni di singole pale disseminate in zone diverse del territorio molisano tali da provocare un evidente impatto sul paesaggio storico e naturale; un impatto visivo pari a quello procurato dai grandi impianti ai quali esse si aggiungono, conferendo al paesaggio stesso lo spettrale scenario di un panorama energetico in una regione niente affatto energivora, che produce, vale a dire, energia in quantità superiore al 100% del proprio fabbisogno.
L’esempio, emblematico sotto molti aspetti, della volontà di dare via libera alle numerose richieste di realizzazione del mini eolico è quello riguardante la zona di Sant’Angelo Limosano. In essa era stato progettato un grosso impianto, fortunatamente non autorizzato, dandosi prevalenza, rispetto ad esso, all’interesse paesaggistico e naturale del luogo. Sconfessando tale principio, la Regione ha successivamente dato il proprio consenso alla installazione di una sola pala (proposta da altra società) che svetterà sullo stesso crinale con un’altezza di 150 mt., visibile da gran parte del Molise centrale.
Rendere ad ogni costo una piccola regione quale il Molise – già di per sé virtuoso e più che autosufficiente in materia energetica – un modello di sviluppo energetico, rischiando di compromettere definitivamente ciò che lo caratterizza (natura, paesaggio, patrimonio storico-archeologico), equivale ad abbandonare per sempre ogni velleità di vero sviluppo economico e turistico, cancellando anche, dietro la visione delle orripilanti macchine eoliche, la memoria storica delle popolazioni che lo abitano e l’identità dei loro luoghi. Le ragioni della tutela dell’ambiente attengono, infatti, non solo al valore del paesaggio inteso come valore costituzionale e non vanno ricercate esclusivamente da un punto di vista storico e culturale, ma hanno valenza anche sotto il profilo economico, in considerazione delle potenzialità dello sviluppo turistico e, in generale, per la vivibilità della popolazione residente.
Il solo sviluppo che trae origine dal proliferare dell’eolico, è quello che si traduce in uno spropositato arricchimento a beneficio delle imprese che operano nel settore, lasciando ai comuni un territorio devastato e poche briciole a titolo di indennizzo (le cosiddette Royalty, del tutto illegali se non previste e definite in sede di Conferenza di Servizi).
Richiamando le proprie osservazioni a suo tempo presentate, Italia Nostra Campobasso ritiene che il manifestato interesse circa un ampliamento del campo di azione rispetto al Piano Clima Energia 2020 (il che assegnerebbe al Molise un ruolo ben superiore a quello richiesto dal decreto Burden Sharing e ben superiore alle sue stesse capacità territoriali), si pone in netto contrasto sia con i principi costituzionali in tema di tutela del paesaggio, sia con quanto statuito all’art 3 della L.R. n.10 del 17 Aprile 2014 che regolamenta lo statuto della Regione Molise in materia territoriale e ambientale, garantendo la promozione di un assetto del territorio rispettoso del patrimonio rurale, ambientale, paesaggistico ed architettonico.
Si è convinti (e tale convinzione fonda su analitici studi in materia) che risultati analoghi a quelli prefissati nel PEAR si possono ottenere ricorrendo a criteri alternativi, idonei ad assicurare un programma energetico-ambientale di tutto rispetto, in linea con le finalità che le direttive internazionali, comunitarie e nazionali si propongono di attuare (ottenere un’economia decarbonizzata, con il concorso di tutti i settori, da quello energetico a quello edile, da quello industriale a quello dei trasporti e dell’agricoltura). E tali obiettivi sono sicuramente perseguibili abbandonando radicalmente il ricorso a fonti rinnovabili inquinanti e impattanti ed incentivando, invece, quelle ambientalmente compatibili e, soprattutto, incentivando sistemi all’avanguardia di efficienza e di risparmio energetico per una riduzione dei consumi finali.
Pertanto, Italia Nostra Campobasso rivolge a tutti i consiglieri regionali il seguente appello:
ASSEGNARE AL RISPARMIO ENERGETICO e ALL’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO UN RUOLO PREMINENTE, incidendo su vari fattori con interventi volti a:
1- favorire la mobilità pubblica e la mobilità elettrica, l’efficientamento dei trasporti pubblici locali, anche mediante sinergie tra trasporti ferroviari e autobus; riutilizzare tratte ferroviarie non più funzionanti; risistemare tratti viari già esistenti evitando la realizzazione di nuove strade;
2- riqualificare il sistema energetico degli edifici (privati, favorendo interventi di ristrutturazione, e pubblici); incentivare moderni ed efficienti sistemi energetici sulle strutture ad uso industriale e agricolo;
3- finanziare nuove tecnologie in materia di efficientamento energetico.
Confidiamo nella responsabilità di tutti, fiduciosi che il nostro appello trovi la giusta ed auspicata considerazione.
Campobasso, 30 -05 -2017
Il Presidente Avv. Gianluigi Ciamarra