Le modifiche – tutte rilevanti – apportate alla legge regionale 30 del 2009, più conosciuta come “Piano Casa”, arriveranno all’attenzione del Consiglio regionale mercoledì prossimo, anticipando i tempi della discussione per evitare il periodo in cui l’assise si occuperà, in maniera monotematica, di Finanziaria. Una decisione che non avviene per caso, che è indice della volontà di portare a compimento questo importante “strumento operativo”.
Il segnale che qualcuno ancora si aspetta mi pare, quindi, sia argomento ormai superato dall’evidenza dei fatti; gli auspici, poi, oggetto di comunicazioni ufficiali si rivelano superfluo esercizio di stile posto che la proposta di legge è argomento ben noto, anche nelle sue specificità.
E’ utile ripercorrere il percorso compiuto dalla pdl 81, il nuovo Piano Casa, in seno alla Terza Commissione: un cammino che ha coinvolto anche gli ordini professionali e le associazioni di settore, che ha richiesto una tempistica adeguata all’impatto – riconosciuto anche da chi è ancora fermo alla fase degli auspici – che tale normativa ha sul fronte occupazionale e su quello urbanistico.
Una legge che è legata a doppio nodo con gli auspicati esiti di rilancio di quella economia generata dal comparto edile e dal suo indotto, all’utilizzo della green economy, che predilige la conservazione e il miglioramento del tessuto urbano preesistente, che immagina il recupero degli edifici dei centri storici e delle aree di recupero conservativo, che non dimentica chi vive in aree di alta pericolosità idraulica e idrogeologica, nella considerazione dei fenomeni di dissesto che caratterizzano altissime percentuali del nostro territorio regionale, che attraverso la riqualificazione energetica pensa al risparmio, permette l’incremento delle prestazioni in termini di dispersioni e utilizza fonti rinnovabili. Notevoli e specifiche le premialità e di conseguenza le riduzioni degli oneri urbanistici per incentivare gli interventi atti al miglioramento strutturale, sismico ed energetico.
Un lavoro che ha trovato la condivisione dei componenti della Terza Commissione (i colleghi Di Nunzio, Di Pietro, Federico, Iorio): prova ne è la sottoscrizione della proposta di legge che mercoledì prossimo – e non per caso – arriverà in aula.