Riceviamo e pubblichiamo
Polibio uno dei più bravi storici dell’Antica Roma vissuto tra il II° ed il I° secolo A.C., nato in Grecia non riusciva a spiegarsi le ragioni che avevano determinato la disfatta della democrazia ateniese che pure aveva retto per 2 secoli ai tentativi di invasione dello sterminato Impero Persiano sconfiggendo Ciro, Dario e Serse. I suoi scritti ispirarono gli studi di Cicerone, le ricerche bibliografiche di Tito Livio e in epoche più recente gli illuministi francesi e gli estensori della Costituzione Americana. Polibio approfondì la trasformazione di Atene dagli insegnamenti di Solone e Pericle incardinati sulla funzione del Popolo inteso come soggetto attivo, partecipe e sovrano, fino alla concentrazione del Potere in ristretti nuclei di esperti che non avvertivano più il bisogno di educare il cittadino alla gestione dei beni comuni. Questa involuzione democratica decretò l’affermazione della Folla, costituita da individui non informati, che chiamata a misurarsi con il governo della città si affida ad un duce che ne interpreta i bisogni e la guida. Il risultato di Atene fu la sua sconfitta storica col conseguente declino politico, economico e culturale, come a dire che un Popolo sovrano è altra cosa rispetto ad una Folla incattivita, fomentata e priva di informazioni. Lo stesso Polibio nell’educare i figli di Scipione li sprona a studiare la storia come maestra di vita al fine di non replicare gli errori già commessi in passato in situazioni simili. Comprendo che la frenesia del terzo millennio aborrisce le perdite di tempo, non ama gli storici e premia una comunicazione di poche sillabe affidata a strumenti tecnologici ultraveloci, figurarsi se con l’incombere della robotizzazione e dell’automazione che sostituisce sempre più il lavoro dell’uomo, c’è spazio da dedicare alla formazione di cittadini responsabili capaci di farsi Popolo per esercitare la sovranità in modo consapevole. Meglio concentrare la ricchezza, il sapere, ed il potere in poche mani, se è vero come è vero che 8 uomini detengono il patrimonio di 3,5 miliardi di esseri umani. Un numero esiguo di individui condiziona la vita del resto della popolazione mondiale sfuggendo ad ogni controllo, a regole etiche, a norme sovranazionali e ritiene di non doverne rendere conto a nessuno. Il Mercato si fonda sul principio della disuguaglianza crescente ed averne esaltato le virtù abbattendo qualsiasi timido tentativo di governo ne ha esaltato in negativo le potenzialità col risultato che i profitti di pochi hanno cancellato i diritti dei popoli. Il socialismo è stato sconfitto perché non c’è più uno Stato che stampa moneta, impone le tasse e garantisce sul piano nazionale istruzione, sanità, previdenza e diritti sul lavoro. Il nuovo Potere è sovranazionale delocalizza le fabbriche, controlla i capitali, gestisce le materie prime, non è sottoposto più agli ordinamenti dello Stato e sfugge abilmente alle flebili regolamentazioni europee o internazionali come il WTO o alcuni trattati di libero scambio. Insieme alla sinistra è andata in crisi la concezione della sovranità popolare, sono diminuiti gli investimenti destinati all’istruzione e formazione del cittadino, e con l’aumento di povertà, disoccupazione, precariato e emigrazione, è tornata la paura di chi sta meglio di perdere ciò che ha spingendolo a chiudersi nel proprio egoismo ammantato dall’ipocrisia delle piccole patrie ( Catalogna, Lombardia, Veneto, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Emilia-Romagna, ecc. ). La Folla si è ripresa il suo spazio manipolata ad arte da chi teme il Popolo e preferisce issare al vento falsi obiettivi da additare come moderni untori scatenando una guerra di poveri contro poveri che non intaccherà mai le casematte di quel Potere economico che controlla finanza, armi, mafie, informazione, banche e multinazionali. Trump ha inaugurata l’ora della destra che speriamo non evolva nell’era della destra, ma i successi degli estremisti che si richiamano alla xenofobia e all’egoismo, in Austria, in Germania, nella Repubblica Ceca e più sommessamente in Italia e in Molise, confermano che la concezione di Popolo, a cui si riferiva Polibio e riportata nell’Articolo Uno della nostra Costituzione, è in caduta libera. Questo è il momento della Folla e di chi ne sa esaltare la cattiveria.
Michele Petraroia