Formare professionalmente un individuo significa riconoscere e valorizzare le abilità e le attitudini della persona in tutto l’arco della vita attiva rispetto ai fabbisogni rilevati e alle vocazioni e agli asset di sviluppo del territorio.
Il settore della formazione professionale in Molise è tutt’altro che immobile: 600.000 euro le risorse destinate ai voucher formativi che permetteranno una concreta possibilità occupazionale di una parte dei formati, 500.000 invece l’importo stanziato dalla Giunta regionale il 22 gennaio scorso per la replica dell’iniziativa “Alta Formazione in rete” a cui si aggiungono 3 milioni e 500mila euro relativamente ai tirocini formativi nell’ambito di Garanzia Giovani. È in via di definizione, inoltre, un avviso dell’importo di 350mila euro destinato ai lavoratori in mobilità che permetterà loro di frequentare corsi di formazione finalizzati alla riqualificazione e alla ricollocazione nel mercato del lavoro. E stanno proseguendo le attività di formazione relative ai percorsi di obbligo in Istruzione e Formazione professionale.
Azioni all’interno delle quali il ruolo degli organismi di formazione risulta di fondamentale importanza e nei confronti dei quali è intenzione dell’Amministrazione regionale porre in essere una serie di regolamentazioni che possa aiutarli a svolgere in maniera corretta e serena il proprio operato.
Governare le politiche del sistema non può non implicare la definizione di regole certe, efficaci e giuste, che valorizzino le buone pratiche e le capacità professionali dei suoi attori, secondo un percorso che converta con gradualità, ma con decisione, la logica dell’intervento pubblico quale mero assistenzialismo o atteggiamento di neutralità rispetto ai processi.
Ciò che la Regione Molise sta tentando di fare è dare un segnale di novità rispetto al passato e di indirizzo verso un nuovo modo di concepire il sistema dell’istruzione e della formazione professionale in un’ottica integrata che culminerà con la nuova legge regionale in materia, attualmente in fase di concertazione; le proposte su cui da qualche mese si sta ragionando riguardano la revisione delle regolamentazioni di dettaglio (certificazioni delle competenze, accreditamento degli organismi secondo criteri di misurabilità della qualità dell’offerta), gestione amministrativo-procedurale delle attività libere di formazione professionale per tentare di allineare un apparato normativo del tutto obsoleto e desueto alla buone pratiche che provengono da altre realtà regionali.
Per quanto riguarda la parte relativa alle attività libere di formazione professionale, vale la pena sottolineare che la Regione Molise dal 2006 ad oggi ha rilasciato 19.313 attestati, di cui 9.884 – circa la metà – riferiti al profilo di “Addetto alla somministrazione e al commercio di alimenti e bevande” e 4.716 relativi ai profili di “Operatore Socio Sanitario” e “Operatore Socio Sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria”.
Proprio per andare incontro alle esigenze degli organismi di formazione e permettere loro di formulare proposte adeguate al contesto locale e al fabbisogno occupazionale, nella giornata di mercoledì 20, si è tenuta presso il competente Assessorato regionale una proficua riunione con l’Isfol, ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che opera nel campo della formazione, del lavoro e delle Politiche sociali; nell’ambito dell’incontro è stata ampiamente condivisa la possibilità di un aggiornamento e integrazione del Repertorio regionale delle professioni che permetterà ai soggetti attuatori di interventi formativi di avere a disposizione uno strumento normativo che possa guidarli nella presentazione di valide proposte.
Una prima certezza, sulla quale i competenti Uffici regionali si stanno già adoperando, è che la Regione Molise alle attuali 113 figure professionali aggiungerà circa una settantina di nuovi profili professionali, i cui standard formativi saranno individuati attraverso apposite schede professionali, anticipando addirittura quanto previsto dallo schema di decreto interministeriale sottoscritto in Conferenza Stato – Regioni lo scorso 22.01.2015 concernente la definizione di un quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze nell’ambito del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali.
Mortificare e declassare a meri atti adempimentali, a valenza neutra, l’attività di valutazione della rispondenza e della coerenza delle proposte formative alle esigenze pubbliche, non risponde alla logica che doverosamente deve informare l’operato della pubblica amministrazione.
Altra cosa è l’impegno costante della struttura regionale che ha completato la procedura per agevolare il passaggio tra il percorso triennale post-obbligo scolastico fatto negli Enti Accreditati della Formazione Professionale con il Sistema Scolastico degli Istituti Superiori consentendo l’accesso all’ultimo biennio con gli esami di Stato alla fine del quinquennio, e aderendo alla sperimentazione digitale innovativa del Ministero dell’Istruzione attraverso l’iscrizione degli Enti che operano sul nostro territorio sul sito del MIUR.
Avvicinare passo dopo passo il nostro sistema di formazione professionale alle buone pratiche dei territori più avanzati senza penalizzare nessuno ma perseguendo una strategia di potenziamento, integrazione e valorizzazione delle attività formative per tutto l’arco della vita delle persone.