Centinaia di migliaia di italiani, domenica si recheranno ai seggi allestiti dal PD per eleggere i rappresentanti dell’Assemblea Nazionale ed il Segretario del partito, scegliendo tra le tre proposte programmatiche presentate da Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati. Ciascun iscritto del PD coinvolgerà simpatizzanti ed elettori pronti a registrarsi all’albo del partito come sostenitori e militanti. Da questa mobilitazione popolare verrà confermata la forza di un grande partito europeo, socialista, pluralista, progressista e democratico.
Verrà confermato che in Italia il PD è un’eccezione positiva che malgrado la crisi della politica conserva capacità di attrazione e credibilità programmatica, non per un ristretto numero di iscritti ma per un’ampia fetta della popolazione italiana, disponibile ad andare ai gazebo, pagare ed esercitare il diritto di voto.
In un’epoca di dispotismo mediatico, di partiti personali, di partiti aziendali e di funzioni politiche senza radici, senza passato e senza futuro, il PD rimane un riferimento ideale, culturale ed identitario, che offre certezze sul piano di una selezione vera della propria classe dirigente e che garantisce sicurezza a tutti coloro che si riconoscono in un’idea della politica non estemporanea, transitoria e trasformista.
Le primarie rappresentano un’occasione per avvicinare e coinvolgere nuovi elettori disponibili ad abbandonare vecchie esperienze consumate e sterili per approdare in un partito vero, contendibile, pluralista, rigoroso e democratico.
Chi partecipa si registra nell’elenco degli elettori del PD aderendo di fatto al Partito Democratico quale sostenitore e militante.
All’interno di queste regole morali prima che politiche, di buonsenso prima che procedurali, si voterà l’8 dicembre in Italia e in Molise, sapendo che i militanti saranno chiamati a eleggere il Segretario Nazionale del PD e non altro.
Il fatto che ciascuno di noi possa orientarsi per Cuperlo anziché per Civati rafforza il partito perché amplia il numero dei partecipanti e rende più credibile il PD.
Michele Petraroia