La Presidente dell’Associazione Nazionale Donne ROM, Saska Javanovic, ha tracciato nell’evento di Isernia le linee della Strategia Europea per l’Inclusione e l’Integrazione dei 180 mila Rom, Sinti e Camminanti che vivono in Italia, a partire dai quattro pilastri fondamentali: la salute, la scuola, il lavoro e la casa.
Una manifestazione promossa da alcune associazioni locali che sostengono la campagna per la proposta di legge di riconoscimento della cultura dell’etnia Rom, e in cui è stato possibile confrontarsi sui progetti di inclusione sociale avviati dalla Regione Molise che già dal 26 luglio 2013 ha aderito al Tavolo di Coordinamento aperto presso il Ministero del Lavoro per accedere ai finanziamenti specifici europei del PON 2014-2020 avanzando proposte specifiche da definire insieme alle cinque comunità locali in cui è presente la comunità Rom (Isernia, Campobasso, Termoli, Santa Croce di Magliano e Venafro).
Isernia con il dinamismo delle associazioni già costituite e con la competenza della stilista Concetta Sarachella, Vice – Presidente Nazionale delle Donne Rom, potrà assumere il ruolo di comune capofila come è stato condiviso dal Sindaco Luigi Brasiello e dall’Assessore alle Politiche Sociali, Cosmo Galasso, ponendosi alla testa delle altre località regionali e progettando percorsi di inclusione ed integrazione a partire dalle donne e dalla loro determinazione a salvaguardare la propria cultura di origine all’interno di una strategia che riconosca diritti, opportunità e dignità alle popolazioni Rom di Termoli, Santa Croce di Magliano, Campobasso, Isernia e Venafro.
L’evento del pomeriggio ha completato virtualmente l’impostazione progettuale degli Stati Generali delle Donne del Molise svoltosi in mattinata che merita di essere valorizzato per la qualità delle proposte formulate e per l’ampio coinvolgimento di saperi, competenze e professionalità di figure impegnate con successo nel lavoro, nell’impresa, nel sociale, nella comunicazione, nella sanità e nelle istituzioni.
La qualità dei progetti delle singole sessioni tematiche hanno risentito della ristrettezza dei tempi assegnati per l’illustrazione, ma non per questo non si può dare seguito al lavoro avviato con ulteriori momenti di confronto in cui sia possibile completare la predisposizione di una scheda di monitoraggio conclusiva da portare agli Stati Generali delle Donne in programma all’Expò di Milano, e trasmetterli anche alle istituzioni locali per tradurli in percorsi operativi, provvedimenti amministrativi, leggi regionali e opportunità di lavoro.
Il Vice Presidente del Senato, Valeria Fedeli, dopo aver ricevuto a sorpresa un omaggio di foto dall’allora Segretario della FP CGIL Molise in cui eravamo entrambi al Congresso di Categoria del 1989 svoltosi al Castello di Gambatesa, ha concluso il dibattito in modo puntuale, soffermandosi sull’insieme delle proposte e impegnandosi a rilanciarle nel confronto parlamentare ed in sede degli Stati Generali Nazionali delle Donne. In particolare è stata posta, in grande evidenza, la questione della rappresentanza di genere all’interno delle istituzioni. E’ indubbio che questo sia un aspetto di reale sofferenza democratica pienamente condivisibile.
Ciò premesso è opportuno non confinare la ricchezza del dibattito e la molteplicità degli interventi su questo tema dirimente, e riprendere in altra sede gli spunti programmatici che sono stati avanzati con competenza e passione, per non lasciarli impolverare negli archivi delle occasioni perdute di cui è lastricata la storia del Molise.
Ho notato che la proposta di offrire la sede regionale come luogo fisico di prosecuzione del confronto è stata vissuta come un’intromissione, in un percorso che mira a preservare una propria autonomia, ma auspico che le energie straordinarie di una giornata che ha confermato la ricchezza culturale della nostra regione, possano giungere a sintesi condivise e a proposte operative, onde evitare di rimanere nel campo di elaborazioni brillanti ma da cui non conseguono atti, scelte e provvedimenti concreti.