In riferimento alle ragioni che ti hanno indotto a rassegnare le dimissioni da capogruppo in Commissione Agricoltura, ti esprimo vivo apprezzamento per un gesto politico condivisibile sia nel merito che nel metodo. Il valore della pace non si misura con il numero degli F35 e la tutela dei coltivatori diretti e dell’agricoltura italiana mal si concilia con l’aumento delle imposte sui terreni e sui fabbricati rurali. In una congiuntura in cui aumentano i costi di produzione per l’impresa agricola e diminuiscono i ricavi per via del costante calo dei prezzi dovuti alle pessime scelte adottate dall’Unione Europea in questa materia, i coltivatori diretti andrebbero sostenuti e incentivati, per evitare un progressivo smantellamento della nostra agricoltura che dovrebbe essere il cardine delle politiche di sviluppo su cui si fonda anche l’EXPO’ di Milano 2015.
Basta leggere i dati sul calo impressionante della zootecnia in alcune aree del paese per interrogarsi sulle prospettive di un settore che merita maggiore coerenza tra le affermazioni di principio e la concretezza dell’azione istituzionale.
Sul piano del metodo è inimmaginabile che il valore del pluralismo su un tema così delicato come quello della pace venga subordinato al principio della militarizzazione della maggioranza politica.
Basta leggere qualche passo di Don Lorenzo Milani per avere chiara la differenza tra opposte visioni della società e mi auguro che nel centrosinistra del terzo millennio ci sia ancora spazio per chi si riconosce negli ideali del pacifismo e nell’art. 11 della Costituzione Italiana.
Assessore Michele Petraroia
Petraroia a Ruta: apprezzamento per un gesto politico condivisibile sia nel merito che nel metodo
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