Agli agricoltori molisani risultano proprio indigesti gli accordi internazionali che vedono, ancora una volta, il settore agricolo trattato come merce di scambio, senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale. Amodio De Angelis, agricoltore di Palata che è stato anche presidente della Camera di Commercio, denuncia la delusione ed il disagio dei tanti coltivatori che subiscono le conseguenze, per esempio, del recente accordo commerciale tra Unione Europea ed il Marocco, che ha provocato l’invasione di pomodori con una crisi senza precedenti della produzione nazionale, o che spalancano le porte dell’Europa alle 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero per il 2016 e 2017. Olio tunisino che, come ben sanno gli esperti, come tutti gli oli di oliva provenienti da climi caldi ha bassissime percentuali di acido oleico libero, che è una delle caratteristiche dell’olio di qualità, garantita nell’extravergine molisano. “Questi attacchi ai prodotti simbolo della dieta mediterranea Made in Italy, che minacciano la sopravvivenza delle aziende agricole italiane – denuncia Amodio De Angelis – sono dei veri colpi bassi, insostenibili per gli agricoltori, che non riescono più a coprire con i ricavi i costi di produzione dei prodotti agricoli. Come nel caso del grano, il cui prezzo è ai minimi storici degli ultimi dieci anni, con la pasta italiana, che, a prezzi al consumo crescenti, aumentata sistematicamente la quota di mercato internazionale grazie all’appeal del made in Italy, che però viene prodotto con grano straniero, proveniente da paesi dove addirittura è tollerato l’utilizzo di pesticidi da tempo vietati in Italia e dopo essere stato sottoposto a giorni e giorni di viaggio in stiva, con seri rischi che si formino aflatossine cancerogene.” De Angelis punta il dito verso i politici e rivendica che “i nostri governanti, a partire dal presidente Renzi, non possono prendersi gli applausi solo con dichiarazioni di intenti a favore delle imprese agricole, ma occorre che poi, nei fatti, sappiano rispondere alla necessità di rafforzare i controlli e stringere le maglie della legislatura per evitare frodi e inganni, occorrendo con urgenza uno sforzo aggiuntivo di valorizzazione delle produzioni nazionali, in un momento storico particolarmente favorevole per l’alta qualità.” Amodio De Angelis richiama anche gli stessi operatori delle filiere, denunciando che: “Occorre chiudere il cerchio delle filiere agroalimentari con le strutture associative gestite dagli agricoltori veri. Il Consorzio Agrario, per esempio, nella nostra regione è ancora fermo al solo stoccaggio del grano (non sfruttando le sue grandi potenzialità di crescita), ma se non attiva dei contratti di filiera con pastifici della regione, realizzando una pasta garantita di grano molisano, sarà sempre succube delle dinamiche di mercato dei grandi numeri e delle speculazioni finanziarie, senza poter garantire il giusto reddito alle imprese agricole. Quando gli agricoltori non garantiscono le filiere corte, si consolidano le alchimie che permettono, come insegnano le frodi scovate dai NAS, all’olio lampante non commestibile di essere deodorato e raffinato all’estero, entrare in Italia, essere miscelato ed arrivare sugli scaffali del supermercato nella bottiglia con la connotazione “made in Italy”. Sarò felice – conclude sarcastico De Angelis – di offrire da bere se, ora che arriveranno le 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino, qualcuno riuscirà a trovare in commercio qualche bottiglia di olio di oliva con l’etichetta che indica prodotto in Tunisia!”
Per gli agricoltori molisani è un colpo basso l’apertura dell’UE ai prodotti agrocoli stranieri
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