“In questi due giorni Pozzilli ha visto il meglio della neurochirurgia italiana darsi appuntamento qui. Un’impresa notevole, resa possibile da Neuromed e Fondazione Neuromed, e che ha portato nel nostro istituto i massimi esponenti a livello nazionale”. Il professor Vincenzo Esposito, che assieme al dottor Gualtiero Innocenzi coordina la Neurochirurgia Neuromed, riassume in queste parole il bilancio del convegno che si è svolto venerdì e sabato nell’aula magna dell’I.R.C.C.S. Neuromed.
Un convegno che ha visto oltre 100 specialisti provenienti da tutta Italia riunirsi sotto due obiettivi: affrontare gli sviluppi più recenti delle tecniche neurochirurgiche e ricordare la figura del professor Giampaolo Cantore, che per tanti anni ha diretto il Dipartimento di Neuroscienze oggi a lui intitolato e che lo ha fatto crescere fino a renderlo una realtà di livello internazionale. E proprio questo ricordo gli organizzatori hanno voluto legarlo specificamente a uno degli aspetti a cui il professore teneva di più: la formazione dei giovani.
“E’ stata – dice Innocenzi – una scelta nostra e della Società Italiana di Neurochirurgia proprio per andare ancora più vicini alla personalità di Cantore. Uno dei punti fondamentali del suo insegnamento è sempre stato quello di puntare molto sulla formazione dei giovani, dando loro fiducia. Era una persona molto severa, e pretendeva molto. Ma dava anche molto, e sapeva riconoscere il merito. Non era uno di quelli che “oscurano” gli allievi. Ha sempre tenuto a dare spazio e opportunità”.
Così l’intero convegno, in una scelta che lo stesso Esposito definisce “un fatto piuttosto anomalo nel panorama italiano e internazionale”, ha visto susseguirsi gli interventi di relatori giovani, impegnati nell’affrontare tecniche e tematiche impegnative, legate agli argomenti sui quali proprio Cantore si è impegnato maggiormente nella sua vita professionale.
“Come il professor Cantore aveva già capito da tempo, la formazione dei neurochirurghi passa anche per la formazione di chi è già specializzato. – è il commento del professor Franco Servadei, Presidente del comitato scientifico del congresso mondiale della Federazione delle società di