Lungo, approfondito, partecipato e estremamente utile l’incontro di ieri nella sede del Pd a Campobasso fra la segreteria allargata e l’Assessore regionale Pierpaolo Nagni sulla programmazione degli interventi infrastrutturali del Molise. Le scelte fra rotaia e strada, fra settori di intervento da mettere a gerarchia di priorità, l’integrazione culturale e lo sviluppo delle aree interne, la visione della costa e del turismo, l’intermodalità e i servizi per le imprese, e ancora lo sviluppo urbano e la modifica verso un polo cittadino in cambiamento, i grandi assi viari verso Puglia, Lazio e Campania, il monopolio di RFI e le strategie di superamento europee e nazionali, l’efficientamento del TPL e la gara per trasporto su gomma, passando per la mobilità lenta e la salvaguardia del territorio, la compatibilità con la valorizzazione ambientale e l’impegno contro il dissesto idrogeologico.
Di alto profilo, ma anche molto concreto il confronto, mostrando capacità di volare, tracciando il disegno complessivo e strategico, senza perdere il solido ancoraggio con la realtà. Questi gli ingredienti di un dibattito ad ampio spettro, prima puntata di ulteriori approfondimenti. Non solo, quindi, l’ultima delibera della Giunta che stanzia 90 milioni di euro per interventi viari e ferroviari, ma anche dissesto idrogeologico, interventi per gli schemi idrici, per le attività produttive. Si è spaziato dalla costa all’alto Molise, sviscerando il perché di alcuni finanziamenti e ascoltando la voce di territori che attendono ancora misure di intervento, come l’area del cratere e il Fortore. In particolare, gli amministratori e gli esponenti di queste zone – che si sono riuniti in un incontro preparatorio preventivo per concordare la posizione da esporre – hanno rimarcato la necessità di scelte capaci di superare lo storico isolamento, raccogliendo l’assenso dell’Assessore e l’aggiornamento a un approfondimento dedicato.
Positivo il commento riguardante il ‘triangolo’ Agnone, Frosolone, Trivento, con una richiesta di attenzione da un lato allo sviluppo di prospettiva della macroregione, dall’altro alla viabilità minore, sempre più abbandonata dalla cura delle Province a causa dei mancati trasferimenti alle stesse a seguito delle riforme in corso. Molto discussa la questione della metropolitana leggera e del definanziamento e riprogrammazione del primo tratto dell’autostrada, in merito al quale è ancora sospeso il giudizio nazionale, e che andrebbe a compensare il minor finanziamento complessivo riguardante l’area pentra e in particolare quella di Venafro. “E’ solo l’inizio – sottolinea infatti l’assessore Nagni – ai circa 150 milioni fino ad oggi programmati, si aggiungeranno le risorse dell’autostrada, quelle della nuova programmazione dell’FSC, quelle residue del periodo 2000/2006 e delle economie degli appalti. Solo queste ultime, afferenti alla stessa programmazione della delibera di gennaio, pari a circa 20 mln”. Occorre quindi fare presto e bene.
La vera preoccupazione si sposta quindi sulla necessità che i progetti siano immediatamente cantierabili e cioè con livelli di progettazione avanzati e le amministrazioni capaci. “Se infatti è fondamentale il metodo della concertazione preventiva degli interventi – sottolinea il segretario Fanelli – e diventa importante applicarlo anche all’interlocuzione coi partiti e la maggioranza in seno al consiglio regionale, oltre che con i territori, perché ci sono ancora circa i due/terzi delle risorse da programmare, è altrettanto importante non farsi trovare impreparati”. In aggiunta al metodo, Fanelli quindi rilancia sulla capacità progettuale e sulla velocità di esecuzione che diventano ingredienti determinanti per l’efficacia. “Bene perché così si dà finalmente ossigeno al territorio, si completano interventi incompiuti, se ne avviano di nuovi necessari aiutando cittadini e imprese, dando anche nuova linfa a un settore in crisi, ma attenzione alle scelte. Discutiamole approfonditamente affinché si sia certi che massimizzino l’utilità e il rispetto dei tempi” .
E poi le domande. Le richieste di chiarimento. Tutti concordano infatti che serva il miglioramento del collegamento ferroviario Campobasso-Roma, “ma non si capisce perché del tratto verso Matrice”. Questa la domanda più gettonata. E anche su questo pazientemente Nagni snocciola i motivi tecnici di una sorta di Hub a servizio della nuova modalità di collegamento che garantisce corse ripetute e con mezzi e tratti nuovi verso Isernia e Roma, ma che richiede “Matrice come terminale di servizio”.
E ancora costa, erosione, porti, Molise interno, trasporto su gomma e gare, area urbana e cinta di Campobasso, rapporto con RFI. Tutto dettagliatamente approfondito con competenza. Come puntuale la richiesta di un nuovo confronto al quale Nagni acconsente. “Si eviti però la dispersione dei finanziamenti verso altri settori – sottolinea Cacciavillani, commentando il quadro di riprogrammazione esposto da Nagni sulle risorse dell’autostrada -. Lo sviluppo e la crescita si fanno con migliori condizioni di contesto, molto meno con incentivi diretti alle singole imprese”. Nell’esposizione dell’Assessore infatti emergono anche 50mln di euro previsti per aiuti alle attività produttive. E si apre subito un nuovo capitolo in merito al quale l’esponente della segreteria del Pd, vicesindaco di Agnone, riporta l’opinione condivisa dai più.
Sul tratto Termoli-Lesina, inoltre, viene rivendicato con orgoglio il superamento dello stallo procedurale che da tempo non consentiva di procedere all’altezza di Campomarino e confermata, nelle visioni dei presenti, la scelta di mantenere la stazione ferroviaria di Termoli nella città. “Ma si tratta anche – sottolinea con forza Fanelli – di rilanciare una grande azione politica per chiedere che il corridoio adriatico sia completato dalle Marche alla Puglia. Dall’alta velocità della dorsale passa il collegamento fra l’Europa e il sud, il Mediterraneo. E’ questa la grande scelta che le regioni del Mezzogiorno devono perorare sul Piano Juncker, il finanziamento aggiuntivo per la crescita che l’Europa sta definendo. E il Molise che è al centro di quest’asse, deve porsi a capo di una grande battaglia costruttiva, facendo alleanze con le altre regioni e assumendo sul PD la capacità di rilanciare una sfida anche culturale. Quando penso infatti ai recenti fatti di Francia e alla mancata integrazione culturale, penso alla necessità che l’Europa investa di più nei grandi collegamenti col Nord dell’Africa. La porta di accesso è Brindisi, la naturale prosecuzione riguarda noi e Termoli. Va fatta una battaglia culturale”. Nagni non abbandona l’idea di investire sui collegamenti fra Benevento e Termoli, partendo da alcune “storiche incompiute”. Pensa al cratere, su cui Patavino ha segnalato l’esigenza di una più generale riflessione poiché ormai si tratta di scelte di integrazione culturale, essendo programmato il centro di accoglienza di San Giuliano che riguarda anche Santa Croce di Magliano e Colletorto. E’ chiaro quindi che il Partito Democratico voglia entrare nelle scelte di visione, di come si immagina lo sviluppo complessivo di una regione, oltre che negli aspetti specifici. Le macroaree di intervento, oltre che le singole arterie di collegamento.
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