L’ex – Governatore Michele Iorio mette in contrapposizione la disperazione dei migranti accolti in Molise con il disagio dei lavoratori molisani coinvolti nelle vertenze più spinose e complesse che attendono risposte da poco meno di dieci anni come lo Zuccherificio, l’ITTIERRE, la GAM, i precari della Protezione Civile o come gli operatori della Formazione Professionale.
È un errore alimentare la lotta tra persone in difficoltà fomentando lo scontro sociale con scarso senso di responsabilità e nessuna soluzione ad alcun problema. Se il Ministero dell’Interno è intervenuto al Tavolo della Prefettura di Campobasso sull’emergenza profughi del 5 maggio ed ha espresso parole di apprezzamento sul ruolo del Molise nella gestione dell’accoglienza umanitaria, ciò dovrebbe indurre tutti i molisani ad un sentimento di condivisione per un’azione istituzionale che ha saputo offrire una risposta tempestiva a 1500 immigrati dei flussi emergenziali compresi coloro che sono andati già via e n. 410 profughi ospitati per 3 anni nelle strutture dello SPRAR per rifugiati e richiedenti asilo. La mobilitazione delle comunità locali ha consentito di attivare n. 400 posti di lavoro attraverso finanziamenti specifici nazionali ed europei superiori a 15 milioni di euro gestiti dalle Prefetture, con ricadute positive per strutture ricettive, operatori economici, professionisti e disoccupati.
Se il Molise si fosse chiuso a riccio come denuncia Michele Iorio, si sarebbero risolte le vertenze di cui è il principale responsabile politico e che per i 12 anni che ha governato la Regione non è riuscito a risolvere?
Iorio sa che tra i 218 precari del concorso della Protezione Civile la gran parte proviene da lavoratori impegnati nella stessa regione dalla fine degli anni 90 e sa che quella soluzione era uno specchietto per le allodole visto che poggiava sui fondi della ricostruzione post – sisma e non su trasferimenti certi e pluriennali dello Stato.
Lo Zuccherificio del Molise è stato chiuso nel 2004 della Commissione Europea quando ha deciso di aprirsi nell’importazione dello zucchero da canna proveniente dal Terzo Mondo rendendo antieconomica la produzione di zucchero da barbabietola tanto è vero che in Italia da 15 zuccherifici con gli accordi del 2006 ne rimasero solo 4 tra cui quello di Termoli.
Michele Iorio scelse di insistere con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti, costringendo alla scelta tra produrre in perdita e accumulare debiti o dismettere la filiera con 10 anni di ritardo senza aver costruito, dal 2004 al 2013 in cui è stato Governatore, nessuna alternativa nelle politiche agricole. Le sue responsabilità sulla situazione fallimentare della pubblica amministrazione, della formazione professionale e della filiera del tessile e dell’avicolo, sono talmente plateali che suggeriscono una più onesta autocritica porgendo lui le scuse ai lavoratori per gli errori compiuti e ai molisani per i debiti accumulati.
Pietro Maio