Quello che si temeva che però nessuno osava esternare è accaduto. Il vento di “frondismo” scatenato da alcuni esponenti del PD continua a spirare in maniera incontrollata, leggasi muro contro muro innalzato dall’onorevole Leva all’indirizzo dei vertici molisani del partito. Un vento proveniente dai notabili della cosiddetta minoranza della compagine governata dal Tosco dalla parlata veloce che, soprattutto nella giornata ieri, ha aumentato la sua forza alla stregua dei venti che i velisti aspettano quanto fanno le regate. Un vento che, a quanti hanno gioito all’indomani del referendum, ha portato quale unica conseguenza la definitiva frattura di una parte del PD nei confronti del resto della coalizione che governa il Paese e il Molise. Un vento che difficilmente potrà ridare tranquillità all’ambiente che, nella scarmigliatura generale, non offre più un futuro nonostante si affermi che è tutto tranquillo. Scarmigliatura caratterizzata da toni poco rassicuranti. I quali, la dicono lunga su come il clima, incandescente difficilmente si raffredderà. Toni che, attingendo ai ricordi, potremmo paragonare a quelli usati dai fratelli della costa” signori di Tortuga, l’isola rifugio dei pirati eroi della letteratura e della cinematografia di altri tempi. Senza dover ricorrere alla fantasia, perché di fantastico in tutta questa vicenda non c’è nulla, il PD, anzi quello che ne rimane, si deve arrendere all’evidenza dei fatti; vale a dire che le strategie che l’hanno spesso salvato al 90° minuto sono servite unicamente a inasprire gli animi.
Una maggioranza, dicevamo, che, nonostante ostenti sicurezza, deve costatare che “il re è nudo” tanto per citare un modo di dire. Credeteci quello sta accadendo era nell’aria, del resto non poteva essere diverso, giacché l’immagine del Paese, Molise compreso, è frutto di chi crede, badate bene usiamo “crede” di governare al sicuro dalle procelle e dai marosi. Un non governare che ha fatto del 18 dicembre una data che difficilmente si dimenticherà poiché, le idee ispiratrici del PD sono svanite nel nulla. Non chiamatemi ripetitivi ma le analisi fatte da ignoranti, di cui abbiamo scritto negli articoli quotidiani, sono lapalissiane tant’è che i destini dell’Italia compresi quelli della ventesima regione d’Italia sono sempre di più funesti. Ecco perché sarebbe il caso ridare la parola agli elettori. Una scelta dolorosa, ce ne rendiamo conto, ma necessaria che ridarebbe un valore a una realtà da troppo tempo in preda al caos. Una realtà fatta di stereotipisti e di esteriorità dove tutto quello che è emanato è propinata come la pozione del dottor. Dulcamara di donizettiana memoria che sana tutti i mali. Tuttavia, almeno crediamo, non tutto è perduto, in quanto, da questo momento chi ha osato sfidare “gli intoccabili” sicuramente si guarderà bene da stringere alleanze con chi ha varcato e varca troppo “facilmente” i confini ideologici perché, la storia è piena di esempi e di accadimenti, nonostante si ci ostini a immolare sull’altare della illogicità vittime ignare di quello che è, non bisogna mai dimenticare che l’ultima parola sempre e comunque spetta al cittadino arbitro indiscusso dell’eterno gioco delle parti e di questo i politici nessuno escluso è pienamente consapevole.
Massimo Dalla Torre