PCI : alle prossime elezioni regionali nessun voto a Frattura-Patriciello e Ruta-Leva

Un anno fa, il 26 giugno 2016, veniva ricostituito in una località dell’Emilia, la Bolognina, il Pci. Lo stesso luogo, simbolo del ‘crimine’ commesso da Occhetto e soci nel 1991. I consensi che in questi dodici mesi e soprattutto nelle ultime settimane il nuovo Pci ha raccolto sono un segno oltremodo significativo e costituiscono una inequivocabile testimonianza della crescente attenzione riservata agli eredi di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer. Tale eredità è il bene più prezioso che connota la rinascita di un partito, il Pci, che per sette decenni ha segnato una traccia indelebile nella storia del nostro Paese.
Anche a Campobasso e nel Molise sono decine e decine gli iscritti e i simpatizzanti di questo partito che, tra le prime sue iniziative, ha rivolto un appello unitario a tutte le altre formazioni comuniste (Rifondazione comunista, Partito comunista dei lavoratori e Partito comunista di Marco Rizzo) per far nascere sul terreno delle lotte sociali e della difesa dei beni comuni essenziali come la sanità una intesa che si pone come obiettivo quello di costituire una alternativa di governo e di sistema al centrosinistra nazionale e regionale declinato in tutte le sue forme, caratterizzate comunque dal perseguimento di politiche di destra che hanno determinato la crisi irreversibile dell’economia nazionale e molisana.
In vista dei prossimi appuntamenti elettorali, le elezioni politiche e quelle regionali, il Pci fin da ora si impegna per la nascita di coalizioni ampie e solidali che vedano la presenza, a titolo individuale e collettivo, di tutte le sinistre anticapitaliste e antiliberiste accanto alle rappresentanze di partiti e formazioni che esplicitamente si richiamano al comunismo. È evidente che all’interno di tali coalizioni tutti avranno eguale dignità e eguali diritti.
Alla luce di tali precisazioni resta scontato che nessun voto comunista, a partire da quelli del Pci, andrà al centrosinistra-destra ispirato da Frattura e Patriciello e alle versioni 2.0 di Ruta e Leva che non rappresentano altro che un diversivo e uno specchietto per le allodole.

Angelo Di Toro – coordinatore regionale

 

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