Visto che il Pd e la maggioranza consiliare continuano a sbandierare l’accordo, siamo costretti a tornare sulla passerella mediatica di qualche settimana fa, ad opera del duo Renzi-Frattura
Il Patto siglato all’Unimol, si dice grazie all’intercessione del Rettore Palmieri più che dei nostri politicanti, non è una novità rispetto al passato. Con l’avvio della nuova programmazione, infatti, le risorse nazionali vengono ripartite tra tutte le regioni a cui, è importante chiarirlo, vengono assegnate d’ufficio. Dunque, nessun merito per il governo locale né per quello nazionale.
La provenienza dei fondi si legge proprio nel documento firmato da Frattura e Renzi che hanno magnificato l’arrivo di 727 milioni di euro in Molise. Peccato che di questi
194 milioni 700mila euro erano già assegnate e quindi confermate
378 milioni di euro arrivano dai Fondi di Sviluppo e Coesione per il settennato 2014-2020 e ci spettano di diritto poiché quota del riparto di un fondo nazionale
155 milioni di euro arrivano da altre risorse disponibili perché riguardano altri fondi tra cui quelli europei
All’interno di questi 155 milioni, per altro, ci sono i 52 milioni per lo sviluppo economico e produttivo della nostra regione, collegati al riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa riguardante i settori avicolo, metalmeccanico e tessile.
In pratica, le risorse sarebbero giunte ugualmente. Quindi è inutile sbandierare il Patto per il Molise come grande conquista. Anche perché, come segnalato dal governatore pugliese Emiliano (Pd), le risorse per il nuovo settennato sono decisamente inferiori a quelle stanziate dai governi precedenti. Ecco perché il Patto è solo l’ennesima favola raccontata da amministratori molisani in cerca di visibilità. Renzi e Frattura lo sanno bene.