Scontare una pena detentiva significa anche riabilitare un detenuto tutelando la sua dignità. L’On. Aldo Patriciello, da sempre interessato alle problematiche legate alle carceri italiane, ha presentato una’interrogazione scritta alla Commissione Europea in merito alla previsione di fondi comunitari, nella programmazione 2014-2020, di destinare alla ristrutturazione delle carceri e alla riorganizzazione delle attività e degli spazi di cui dispongono i detenuti affinché siano conformi alle Regole penitenziarie europee proposte dal Comitato dei Ministri.
“La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo – spiega l’Eurodeputato – ha accusato l’Italia di violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani che vieta la tortura o il trattamento disumano o degradante a causa della situazione in cui versano le carceri italiane; il 17 dicembre 2013 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto ‘Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria’, per il quale ora si attende la decisone del Senato, con cui si intende diminuire in maniera selettiva il numero di persone nelle carceri e migliorare la qualità della vita dei detenuti, garantendo il rispetto dei diritti umani e di condizioni di vita accettabili. Il decreto è strutturato in otto punti che prevedono l’affidamento in prova per condanne non superiori a quattro anni, la liberazione anticipata in seguito ad una valutazione di merito, la detenzione domiciliare con braccialetto elettronico per pene non superiori a 18 mesi, l’estensione ad ulteriori campi dell’espulsione degli immigrati, l’istituzione di un Garante che vigili sul rispetto dei diritti umani nelle carceri, nei Centri di identificazione ed espulsione e nelle stazioni di polizia, nuove figure istituzionali alle quali i detenuti posso rivolgersi per far valere i propri diritti e, infine, affido terapeutico per i detenuti tossicodipendenti e reato dispaccio lieve; alcune carceri hanno strutture inadeguate poiché fatiscenti, troppo piccole e prive di servizi sanitari efficienti che costringono i detenuti a vivere in condizioni precarie. Per questo credo che, rispettando le misure carcerarie e le pene da scontare, ci sia il bisogno di cambiare le condizioni delle stesse, potremo evitare tante situazioni di disagio che in diversi casi portano anche al suicidio”.