Da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio diffusa in occasione dei settant’anni dell’Associazione emerge che i prezzi di pasta, uova ed olio di oliva sono in media più bassi che negli anni ’50 e rispetto al passato la spesa degli italiani è più orientata all’acquisto di beni e servizi più che di generi alimentari. Nel 1945, in un contesto di sopravvivenza per gli effetti della guerra, i consumi delle famiglie italiane erano rivolti per circa l’80% a generi alimentari e bevande (negli anni prebellici erano intorno al 54%).
Il prezzo del pane, calcolato con i valori attuali in euro, era pari a poco più di un euro al chilo, un litro di latte costava 1,03 euro, un chilo di pasta circa 2 euro, un chilo di carne bovina 13 euro,mentre nel 1955 i consumi si erano diversificati e la quota di consumo dei beni e servizi non alimentari aveva raggiunto il 39%, mentre i generi alimentari scendevano al 50%.
Questa tendenza negli ultimi 60 anni si è progressivamente accentuata.
Oggi, in una società post-industriale e fortemente terziarizzata, il consumo di beni e servizi non alimentari supera il 75%, mentre la spesa per i prodotti alimentari rappresenta meno del 20%.
Fermo restando la diversificazione nella qualità e nella varietà dei prodotti in commercio, attualmente un chilo di pane costa in media 2,80 euro, la pasta 1,60 euro al chilo, un litro di latte 1,55 euro, la carne bovina poco più di 16 euro al chilo.
Alfredo Magnifico
Pasta, uova ed olio costano meno di 50 anni fa
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