Una nuova frontiera per l’agricoltura, ‘già individuata’ dal precedente Governo Regionale. Un sistema di innovazione sicuramente valido e che, per questo, è stato votato all’unanimità: è la proposta di legge sull’agricoltura sociale, ‘passata’ sabato in Consiglio, scritta dalla consigliera Angiolina Fusco Perrella (prima firmataria – la proposta poi è stata firmata anche da Micone, Romagnuolo, Cavaliere, Sabusco, Totaro, Manzo, Parpiglia, Niro, Ciocca, Lattanzio, Monaco, Federico, Cotugno, Ioffredi, Di Pietro e Petraroia).
“L’Agricoltura sociale può rappresentare – si legge nella nota stampa – una delle risposte alla crisi economica, è scelta di politiche e di azione partecipata, una risorsa del proprio territorio, uno degli strumenti di lotta alla crisi del settore agro-industriale, modello di impresa agricola diversificato e multifunzionale, capace di promuovere il benessere del contesto rurale e di generare benefici sia ai produttori che alla comunità locale. In diverse regioni (ad esempio Toscana, Abruzzo, Puglia, Liguria, Veneto) è già una realtà consolidata.
L’agri-sociale si caratterizza per essere a conduzione agricola, ad alto impiego di manodopera, di sperimentazione, versatile e perciò stesso multifunzionale. Rappresenta la nuova frontiera di agricoltura quale attività che impiega pratiche agricole per promuovere azioni di riabilitazione e di inclusione sociale e lavorativa a beneficio di persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale. La legge regionale individua la fattoria sociale quale impresa economicamente e finanziariamente sostenibile, la cui conduzione di attività agricole, zootecniche, forestali, florovivaistiche, di apicoltura e di acquacoltura è svolta con etica di responsabilità verso la comunità e l’ambiente. Inoltre la fattoria sociale svolge l’attività produttiva in modo integrato con l’offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi ed occupazionali a vantaggio di soggetti deboli, in collaborazione con le Istituzioni pubbliche e con il Terzo Settore.
Quindi, Agricoltura sociale a difesa del benessere materiale ed immateriale della comunità, impegno significativo di crescita dell’occupazione degli operatori del privato profit in aggiunta alla cooperazione sociale. L’Agricoltura sociale – si legge ancora – è anche vista come azione inclusiva, di risposta allo svantaggio territoriale ed al rischio di emarginazione sociale e lavorativa delle persone. Ma anche utile presupposto per una stimolante riorganizzazione dell’intervento pubblico di salvaguardia sociale dei sistemi locali urbani e rurali, una possibile risposta all’integrazione dei servizi (sociali) e dei relativi livelli di assistenza.
L’Agricoltura sociale, in quanto raccordo tra le aree rurali ed urbane, di risposta ai contesti economici “globalizzati”, rappresenta una forma di economia “di civiltà” in cui i meccanismi del mercato, del dono e della reciprocità, operano in forma combinata, regolarizzando gli scambi economici locali nella comunità. Essa rappresenta quindi una pratica di “buona” economia e di “buona” crescita, un nuovo modo di partecipazione e di sviluppo locale. Inoltre il notevole sviluppo dell’Agricoltura Sociale sul territorio europeo, in particolare in Olanda, Belgio, Francia e Germania oltre che in Italia, ha dato l’input alla UE per attivare il progetto So-Far (Social Farming), strumento di supporto inserito all’interno del VI programma quadro per la ricerca e lo sviluppo delle varie realtà di Agricoltura Sociale tramite un confronto internazionali, allo scopo di modulate strategie innovative nel settore (la Regione Molise attuando le direttive del PSN con Determinazione del Direttore Generale n. 938 del 10 ottobre 2012 approvò i bandi pubblici relativi alle Misure del Psr Molise 2007-2013: 311 “Diversificazione verso attività non agricole” – Azione 3, Azioni volte alla incentivazione del ruolo sociale delle aziende agricole; 312 “Sostegno alla creazione e sviluppo delle microimprese” – Azione 3, Creazione e sviluppo di microimprese di servizio per le popolazioni rurali).
In sostanza – conclude la nota – si tratta di una iniziativa legislativa che individua come finalità fondamentali dell’Agricoltura Sociale quelle di sviluppo economico non solo dei produttori ma anche della comunità locale, tramite la creazione di nuove opportunità occupazionali e di reddito. Per concludere è importante portare all’attenzione il fatto che dall’attuazione delle disposizioni della presente legge non derivano oneri a carico del bilancio regionale”.