Negli ultimi giorni sta destando particolare scalpore la partecipazione del rapper Junior Cally al prossimo Festival di Sanremo. Sul cantante, infatti, si è abbattuto uno tsunami di critiche.
Al centro della polemica testi di Junior Cally considerati misogini e inneggianti allo stupro. La partecipazione di Junior Cally a Sanremo rischia di vanificare gli sforzi fatti per combattere la violenza di genere, camuffando l’incitamento all’odio con la libertà di espressione artistica-musicale. Il messaggio che ne deriva è pericoloso anche perché i cantanti di questo genere musicale fanno breccia nell’anima di molti teen-ager e sono seguiti da milioni di giovani.
Sulla tematica interviene la Consigliera Regionale Paola Matteo, da sempre in prima linea sui temi sociali, in particolare attiva su azioni per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni della violenza contro le donne: “E’ necessario non cancellare tanti passi in avanti che le donne hanno compiuto attraverso durissime battaglie contro un mondo misogino e ricco di violenza. Ecco perché permettere a questi testi di circolare, senza censura, vorrebbe dire giustificare, ancora una volta, quei comportamenti, quegli atteggiamenti e, soprattutto, quelle parole, che ogni giorno cerchiamo di contrastare. La battaglia contro ogni forma di discriminazione e l’affermazione dell’uguaglianza è serrata e non possiamo permetterci errori in questo percorso. Dobbiamo andare avanti e non disperdere i progressi culturali raggiunti con enorme fatica”.
Prosegue la capogruppo di “Orgoglio Molise”: “Sabato scorso, ho ascoltato la testimonianza diretta di una donna sopravvissuta al femminicidio, Filomena Lamberti, che porta sul suo viso evidenti segni di quelle atrocità che cerchiamo di combattere. Non dobbiamo dimenticare che questo tipo di violenza può essere fomentata dall’odio che circola, anche attraverso i media. Ho sempre creduto che alla base ci sia un problema di natura culturale, a partire dal linguaggio di genere, ecco perché dopo tante battaglie, tante iniziative e campagne comunicative NON POSSIAMO tornare indietro.
Per tanto è necessario salvaguardare il pubblico, le nuove generazioni e tutti coloro che ricevono questi messaggi che passano attraverso la televisione ed i canali social”.