Con i giovani, i lavoratori, gli imprenditori, le associazioni, i liberi cittadini e con alcuni attivisti del M5S stiamo costruendo una forza che porterà una ventata di rinnovamento nell’amministrazione di Montenero. Intendiamo mettere in campo un gruppo che lavori alla ricostituzione del tessuto sociale e che si impegni a costruire pratiche di governo innovative, trasparenti e che aumentino la partecipazione democratica del paese. Una Montenero moderna che riprenda in mano il proprio destino e il giusto ruolo di riferimento all’interno del proprio territorio.
In questo quadro politico, così come è accaduto per il governo centrale e per le prossime elezioni regionali umbre, credo ci possa e debba essere anche il partito democratico. Credo che la sua presenza possa portare un contributo importante a definire uno scenario nuovo e rinnovato per Montenero, in un ragionamento politico che stia all’interno degli attuali schieramenti e processi. Di questi ultimi, sebbene ne critichi da sinistra diverse posizioni, resto convinto siano maggiori le prospettive future, a patto che tutte le forze in gioco si impegnino a mettersi in discussione per un paradigma completamente rinnovato.
È importante lavorare a tutti i livelli in quest’ottica, quindi anche a Montenero. È necessario creare le condizioni per le quali si possa uscire dalla palude e tornare a sperare che ci possa essere un futuro diverso, quello che la nostra comunità merita. Ritengo che in un questo preciso momento storico, sia un dovere creare una tale forza politica e sociale che, anche attraverso un rinnovo generazionale, sia in grado di innescare nuovi processi virtuosi. Un tentativo generoso è stato fatto quattro anni fa, prevedeva il coraggio di cambiare ingaggiando forze giovani e capaci. Il sogno non si è concretizzato, tuttavia il risultato, più che positivo, ha fatto sì che nascesse un’opposizione propositiva, ma senza sconti, fatta di toni pacati, ma fermi e intransigenti, un’opposizione che tratteggia quella società che già allora volevamo costruire. Credo che unendo i quattro anni di esperienza amministrativa al nuovo corso del Pd, si potrà dare attuazione a quella trasformazione virtuosa della Montenero che volemmo e che ancora dovremmo volere. Questo è il momento ideale. I fatti del governo di questi ultimi due mesi e Zingaretti che sembra voler accantonare la dannosa vocazione maggioritaria del Pd, aprono, adesso, ad un modello di ricomposizione del quadro politico che permetterebbe un vero dialogo. Il tempo propizio è ora, spero lo si colga.
L’attuale maggioranza chiude un ciclo amministrativo di dieci anni in cui chiaramente non è stata in grado di dare quella spinta propulsiva alla crescita economica e sociale che da decenni un territorio come il nostro si aspetta. Così pure da un punto di vista politico e amministrativo si fatica ad intravedere una loro qualsivoglia proposta futura e a quali idee di sviluppo generali e a quali uomini questa possa far riferimento.
Altrove si intravede un tentativo di mettere in campo l’accordo della restaurazione, aggiungendovi alcuni rappresentanti storici dell’estrema destra e, per ora parrebbe, anche la destra leghista di Salvini. Personalità che hanno già amministrato questo comune e questa regione con i risultati che conosciamo e che, invece di fare un passo indietro e dare semmai un contributo disinteressato, sono sempre pronti a riproporsi o in prima persona o in veste di chi muove le fila, soffocando anziché favorire, qualsiasi rinnovamento. Purtroppo, apprendo dalla stampa, come questo tentativo veda coinvolto anche un gruppetto di attivisti del movimento di Casaleggio. Mi chiedo come si possa coniugare il punto di vista ideale, valoriale e politico del movimento, all’alleanza che essi stessi affermano di sostenere e che ho poc’anzi descritto. Inoltre mi chiedo come nel M5S si possa accettare che questi ultimi costituiscano alleanze credibili e sostenibili con i rappresentanti locali di Salvini e con chi rappresenta a vario titolo i privilegi della vecchia classe politica.
Ritengo che questo tentativo di mettere insieme tutto quanto insieme non dovrebbe stare, senza nessun denominatore culturale e politico comune, sia il risultato di un progetto senz’anima destinato al fallimento; sicuramente inutile e dannoso per Montenero. Mi auguro vivamente che il Pd di Montenero, nella sua rinnovata dirigenza, raccolga, ora che è ancora tutto da scrivere e decidere, l’invito a unirsi e ampliare il dialogo suddetto, rimettendosi in sintonia con il disegno nazionale portato avanti da Di Maio e Zingaretti, per costruire anche a Montenero un futuro di rinascita.
Nicola Palombo
Capogruppo Costruiamo il Futuro