«Sulla vicenda della Cattolica occorre una presa di posizione forte e autorevole: e a farlo devono essere gli arbitri, i detentori del potere di programmazione e accreditamento, non certo i potenziali concorrenti». Così Candido Paglione, sindaco di Capracotta e presidente di Uncem Molise, interviene sulla spinosa questione Gemelli-ex Cattolica.
«Sembra – dice il sindaco – la storia di Totò che voleva vendersi la Fontana di Trevi. Ed è comprensibile il malcontento dei molisani. Si tratta, infatti, di una istituzione che è stata finanziata interamente con risorse pubbliche (Legge 64/86 ex casmez ed ex art. 20 Legge 67/88), proprio perché concorresse, insieme agli ospedali pubblici, all’erogazione di prestazioni di alta qualità per il Molise e le regioni limitrofe.
La messa in vendita delle attività sanitarie e della sede o anche il suo affitto ad altri privati, senza un necessario passaggio per la regione e i ministeri della salute e dell’economia è fuori da ogni logica di buon senso – dice senza mezzi termini Paglione.
E’ giusto, quindi che la regione, la struttura commissariale e i ministeri citati facciano valere le loro ragioni in tutte le sedi anche alla luce della posizione, inequivocabile, espressa domenica da Papa Francesco.
Se dovesse permanere la volontà della Cattolica di cessare la sua attività sanitaria, la Regione ha il dovere di esercitare la responsabilità di costruire un futuro per la stessa, prima di tutto rilevando il possesso della struttura e delle tecnologie pagate dal pubblico per trasferire eventualmente in quella sede le attività del Cardarelli, considerato inidoneo e non a norma, possibilmente integrandole e salvaguardando i livelli occupazionali.
C’è oggettivamente un malessere diffuso tra i cittadini perché sembra di assistere a una sorta di mercato delle vacche in un settore particolarmente delicato quale è quello della salute. Pertanto, conclude Paglione, invito anche la conferenza dei sindaci a sostenere l’idea di un protagonismo effettivo della regione nella vicenda».