Una delle tante frasi della politica regionale, molto ricorrenti a proposito della sanità regionale è stata: “Ovviamente sarà nostro impegno mantenere sul territorio i servizi per i cittadini, migliorarli ed attuare una generale politica di controllo dei costi e di eliminazione graduale delle spese inutili”. Oggi, sono in molti a chiedersi cosa sia effettivamente cambiato in meglio e quali delle promesse siano state veramente mantenute, soprattutto per Venafro che vede “chiudere” il proprio presidio ospedaliero. Un ulteriore problema per il territorio e la popolazione che soffre già della debole economia e dei tagli di alcuni importanti servizi. Eliminare, indiscriminatamente, l’assistenza sanitaria, non è condivisibile e la scelta di “chiudere” il S.S. Rosario non si giustifica: la struttura è adeguata per una seria riorganizzazione nel rispetto del diritto alle prestazioni e alle cure della persona, garantito non soltanto ai cittadini di Venafro, ma anche a quelli del bacino territoriale della Valle del Volturno e dell’hinterland extraregionale contiguo che porterebbe anche benefici economici alle casse regionali. Tutto quanto è stato detto e quello che si è fatto o non si è fatto sulla sanità, in questa regione, non deve nascondere gli impegni precisi che sono stati assunti nei confronti della città , circa la rimodulazione dei servizi del Santissimo Rosario non più tardi di qualche mese fa, ridando a questa struttura sanitaria un pezzo di dignità che in questi ultimi anni gli è stata tolta in nome di una riorganizzazione che ha portato esclusivamente problemi e disagi. La battaglia per il mantenimento dell’ospedale di Venafro, io l’ho sempre portata avanti, senza nessuna forma di campanilismo o di particolari interessi, ma esclusivamente perché venisse tutelato il diritto alla salute di tanti cittadini, in un contesto il più organico possibile, cercando il modo di ottimizzare i costi di gestione e migliorare i servizi esistenti, se necessario anche in forma collaborativa con le realtà sanitarie private presenti, seppur evidenziando, questo si, che esse abbiano, rispetto alla sanità pubblica, un rapporto di sussidiarietà e non di prevalenza. Ora è tempo di rispettare gli impegni assunti per l’ospedale di Venafro, così come concordato e pubblicizzato in più occasioni e per questo condivido le preoccupazioni esternate sulla questione dal Comitato Santissimo Rosario e non ultime, dal Sindaco Sorbo. L’Ospedale di Venafro rappresenta una risorsa da valorizzare e per questo è giusto manifestare sdegno verso decisioni che lo vogliono chiudere rendendo vani tutti gli sforzi fatti finora perché venissero garantiti alla città, almeno i servizi minimi di assistenza.
Massimiliano Scarabeo