Riceviamo e pubblichiamo
Anche nella settimana appena trascorsa volontari e attivisti termolesi hanno distribuito (senza alcun contributo pubblico) centinaia di pasti tra colazioni, pranzi e cene ai propri concittadini italiani e stranieri in difficoltà, incontrato migranti vittime di sfruttamento sessuale o lavorativo, promosso cultura sociale nel territorio, offerto vicinanza a quanti non arrivano alla fine del mese. Questo è avvenuto mentre la politica locale si preparava alla parata romana di piazza San Giovanni.
Erano presenti, infatti, anche noti esponenti dell’amministrazione regionale e di quella comunale termolese tra i 50000 di Roma, nella manifestazione lanciata dalla Lega e condivisa da Fratelli d’Italia, Casapound e quel che resta di Forza Italia. Una giornata all’insegna dell’orgoglio italiano, tra bandiere tricolore, attacchi ai musulmani e ai cinesi (e chi più ne ha più ne metta), elogio del manganello, slogan repubblichini. Vogliono ancora la flat tax, quelli della destra italiana, per far diventare i ricchi sempre più ricchi.
Ma, ci domandiamo: le parole xenofobe e i sentimenti di odio e violenza propagandati nella piazza rischiano di trovare declinazione anche in salsa nostrana? Ci auguriamo di no! Che cosa intendono fare, ad esempio, gli amministratori con il sistema locale di accoglienza diffuso? E come vogliono recepire il richiamo al pugno di ferro urlato dal palco della piazza nella eventuale gestione dell’ordine pubblico cittadino? Che tipo di confronto intendono predisporre con le comunità straniere presenti nel nostro territorio? E quali politiche sociali e del lavoro per distribuire la ricchezza tra tutti gli abitanti della nostra cittadina?
No, le loro ricette non porteranno ad alcun cambiamento; il fare politica contro il nemico artificiosamente creato non risolverà i problemi sociali di Termoli e del Molise; la propaganda urlata a suon di rosari e crocifissi non arresterà il flusso di giovani emigranti dal nostro territorio. Noi ci siamo e invitiamo i politici locali a passare una sera in stazione con i volontari a dare i pasti a chi non ne ha, o a venire al centro di piazza Olimpia (e negli altri luoghi cittadini di solidarietà) per ascoltare le storie di vita di chi è finito ai margini, spesso a causa delle politiche dei governanti. Non basta dire orgoglio termolese, infatti… Non basta dire orgoglio italiano. La politica può essere davvero orgogliosa del proprio servizio solo se e quando crea le condizioni per un sistema che non esclude, non emargina, non penalizza e non lascia indietro nessuno.
È necessario pertanto agire in questa direzione: costruire reti di solidarietà, garantire l’accesso alla casa, osare politiche pubbliche cittadine che avvantaggino gli strati sociali più sofferenti in città. Noi, per quel che possiamo, lo stiamo già facendo, insieme a molti termolesi solidali di cui siamo, in questo caso sì, davvero orgogliosi. È questo il pezzo di città con cui vogliamo stare: sono quei termolesi, forse neppure troppo orgogliosi di esserlo, che ogni giorno, spesso silenziosamente, si adoperano per una città più giusta.
E ci siamo anche per dare il nostro contributo a strutturare politiche sociali pubbliche e inclusive, per il benessere di tutti. Prima gli italiani, quindi? No, noi diciamo uniti e solidali per i diritti e la giustizia sociale. A partire da chi è rimasto indietro!
La Città invisibile/Termoli*
* La Città invisibile è un gruppo di operatori del sociale, volontari e attivisti che lavora nel contrasto alla marginalità sociale e per una cultura della solidarietà e dell’inclusione a Termoli e nel Basso Molise. Si occupa in particolare di fornire un sostegno alle persone senza dimora e in grave disagio abitativo e assistenza legale a migranti e vittime di sfruttamento