È stato approvato dalla commissione Giustizia del Senato il ddl sull’omicidio stradale: prevista una pena massima di 12 anni nel caso in cui si procura la morte guidando in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe.
Previsto anche il ritiro della patente fino a 30 anni. La norma che introduce il delitto di omicidio stradale e nautico nel ddl del quale è relatore Giuseppe Cucca (Pd) in un nuovo articolo 589 bis del Codice penale, fissa un minimo di otto e un massimo di dodici anni di carcere se alla guida di un veicolo o di un natante, ubriachi o sotto l’effetto di droga, si causa la morte di una persona. Ma l’omicidio stradale viene punito anche in assenza di droga o alcol: la pena va da sette a dieci anni per chi per colpa provoca la morte di una persona andando nei centri urbani alla velocità doppia di quella consentita, o di 50 km orari sulle strade extraurbane, oppure passando con il rosso o circolando contromano. Analoga pena nei casi di morte procurata a seguito di inversione di marcia in corrispondenza o vicino a intersezioni, curve o dossi, o a seguito di sorpasso di altro automezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua. La stesso numero di anni rischia chi pilota un natante andando alla velocità doppia di quella consentita o circolando in uno specchio d’acqua dove la navigazione non è consentita. «Si volta pagina radicalmente, si dà una risposta rigorosa facendo in modo che prima di mettersi in macchina bisogna essere nelle piene facoltà e quando si guida bisogna essere molto seri e responsabili». Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia al Senato ha commentato così l’approvazione del ddl sull’omicidio stradale. «Non si possono più usare escamotage sull’omicidio colposo per lasciare impuniti quando si uccide o quando si perseguono lesioni gravissimi a persone lasciate in condizioni di inabilità per tutta la vita», ha aggiunto.