L’occupazione in Italia negli ultimi tre anni è andata bene, è aumentato il numero di occupati, gli incrementi hanno interessato anche la fascia di lavoratori con contratto a tempo indeterminato ed è aumentata anche nelle regioni del Mezzogiorno.
Da quando la domanda di lavoro ha preso ad aumentare anche l’offerta si è proposta sul mercato, la crescita dell’occupazione si è protratta in una fase di decisa decelerazione della crescita dell’economia, l’aumento di occupazione senza crescita ha attirato l’attenzione di molti commentatori.
Tre gli aspetti significativi che avrebbero favorito la crescita dell’occupazione anche in una fase di frenata dell’economia:
1. il recupero delle attività dei servizi, ad esempio le attività legate al turismo, caratterizzate da un livello del valore aggiunto per occupato mediamente basso.
2. le difficoltà del periodo post-pandemico, che avevano reso difficile il reperimento di lavoratori per molte aziende, tanto da portare a un aumento del numero dei posti vacanti, dopo un lungo periodo di difficoltà nel trovare mano d’opera, le imprese sarebbero adesso restie a ridimensionare gli organici nella fase di frenata dell’economia. Proprio per evitare di incorrere nei costi di selezione del personale nella successiva fase di ripresa, le imprese non hanno effettuato riduzioni di organici.
3. la fase di eccezionale moderazione salariale pur di fronte agli aumenti significativi dei prezzi, che avrebbe modificato le convenienze relative, favorendo la tenuta della domanda di lavoro.
In un confronto con Francia e Germania, l’aumento dell’occupazione in Italia supera non di molto quello della Germania, mentre è decisamente inferiore a quello della Francia.
Dai dati del terzo trimestre, si ricava che tra il 2019 e il 2023 gli occupati sono cresciuti dell’1,4% in Italia, dello 0,6% in Germania e del 5,2% in Francia, l’aumento francese avvenuto per effetto del “contrat d’apprentissage”, contratti di apprendistato che in Francia sono contabilizzati dall’Insee, l’ufficio nazionale di statistica, come lavoratori a tempo pieno, nonostante una parte del loro tempo sia dedicata ad attività di formazione.
Nell’area euro i principali contributi positivi alla crescita dell’occupazione provengono da; sanità, turismo, ristorazione, commercio, servizi legati all’informatica, dall’istruzione e dalla pubblica amministrazione.
Nel corso dell’ultimo anno l’occupazione ha frenato nelle costruzioni, il trend positivo del mondo dell’edilizia si sta esaurendo, mentre, il recupero ha registrato l’apporto significativo delle attività legate al turismo, in linea con il completamento delle riaperture post pandemia.
Emergono segnali positivi nei settori pubblici, come Pa, sanità e istruzione., settori che hanno necessità di ampliare e ringiovanire gli organici, per sostenere gli ambiziosi programmi di digitalizzazione e rafforzamento infrastrutturale del paese. Se son rose fioriranno
Alfredo Magnifico