Nuovo PSR, Salvatore: “Sindaci siano i protagonisti della riforma”

“I sindaci siano protagonisti del nuovo Piano Sociale Regionale: non è neppure lontanamente immaginabile che coloro che si trovano ogni giorno al cospetto delle mille e sempre diverse istanze delle cittadine e dei cittadini, a partire da quelli più fragili, non abbiano un ruolo nelle scelte di fondo del nuovo Piano Sociale Regionale. La mozione che ho presentato assieme a tutti i consiglieri di minoranza, ma soprattutto quanto dichiarato dall’assessore Cefaratti (quel suo concordare, nel merito, con tutti i punti della mozione) ed il silenzio di tutti gli altri consiglieri di maggioranza, durante il dibattito , mi hanno convinta ancora di più che sul “lodo Passarelli” non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia”.
Alessandra Salvatore, consigliera regionale del Partito Democratico e prima firmataria della seduta monotematica che ha portato in aula la bozza di riforma del PSR evidenzia come sia stata l’assenza di concertazione a scatenare la ‘rivolta’ dei primi cittadini durante la riunione informativa che proprio la Passarelli aveva convocato il 24 gennaio scorso.
“L’ipotesi di una riduzione da 7 a 3 soli Ambiti Territoriali Sociali non sta in piedi: l’attuale assetto è garanzia di prossimità con i cittadini, di omogeneità territoriale e di esigenze sociali. Conosciamo bene quanto diverse possano essere le necessità per un cittadino che vive ad Agnone, rispetto ad uno che si trova a Isernia. Ascoltare i sindaci e i sindaci capofila, portatori di interessi delle loro comunità, non può essere un punto di arrivo, ma punto di partenza della discussione. Del resto, lo stesso presidente Roberti, in quella riunione, li ha dovuti rassicurare spiegando loro che quanto fatto fino a quel momento poteva essere una base su cui lavorare e che può essere rivista”. 

Cosa ribadita anche dall’assessore Cefaratti.
Il respingimento della mozione del centrosinistra, insomma, non ha intaccato gli obiettivi che la stessa si prefiggeva. Al contrario ha avuto anche il merito di rendere ancora più evidente che occorre una attenzione maggiore ad alcuni ambiti come la povertà, le disabilità, il diritto all’abitare. Tutto all’interno di una governance pubblica che è garanzia maggiore anche per servizi di qualità. 

Salvatore ha precisato che la riduzione degli Ats “è una raccomandazione non un obbligo, ma per il Molise non può valere. Le peculiarità della nostra regione stanno portando, anche in campo sanitario, ad una organizzazione di sempre maggiore vicinanza ai cittadini: a fronte di 3 distretti sanitari, verranno realizzate (per ora esistono solo sulla carta) grazie ai fondi del PNRR, 13 Case di Comunità. L’idea è quella di andare sempre più verso una sanità di prossimità, le risorse sono importanti e dobbiamo ragionare tutti assieme, in primis coi sindaci, per garantire servizi sociali a chi ne ha diritto. Oggi, purtroppo, in alcuni settori (si pensi alla disabilità e al FNA), tante famiglie aventi diritto vengono tagliate fuori”.

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