Thomas Hobbes, massimo teorico dell’assolutismo, affermava, attraverso la sua visione realistica della politica, “che l’uomo è dominato dall’egoismo e dall’istinto di conservazione che spinge all’affermazione del diritto di ognuno su tutto. Per questo, la condizione naturale è caratterizzata dal conflitto, dalla guerra di tutto contro tutti: l’uomo è lupo per l’altro uomo”.
Le leggi, che consentono a tutti di uscire dallo stato di precarietà (sempre secondo l’autorevole pensiero di Hobbes) non sono a volte sufficienti per regolare la vita degli uomini e fissare il comportamento etico e sociale degli stessi. Pensiero ipotetico, che si è trasformato in realtà nella Regione Molise, come dimostrerò a seguire.
I nostri Padri costituenti fissarono nel 1948, nell’atto normativo fondamentale dello Stato italiano: Principi, Diritti e Doveri dei Cittadini, Norme in materia di Ordinamento, Garanzie costituzionali e tanto altro.
Il legislatore regionale, dal suo canto, nel 1971 approvava -ai sensi dell’Art. 123 della Costituzione- lo Statuto della Regione Molise, mentre, nel marzo dell’85, deliberava in favore dell’approvazione del Regolamento Interno dell’Assemblea regionale.
A decorrere dal 2 aprile del 2013, Vincenzo Niro, eletto dapprima Consigliere regionale e, successivamente Presidente dell’Assise, probabilmente non ritenendo sufficienti le norme già precedentemente fissate nei richiamati Carta costituzionale, Statuto e Regolamento segnava lo stravolgimento dell’assetto giuridico nazionale e regionale plasmando, da abile Demiurgo, nuove pratiche giuridico-amministrative. Aderiva senza consenso al Gruppo Popolari Udeur (violazione dell’art. 16 del R.I.), si auto eleggeva Capogruppo (violazione artt. cc. 36 e ss.), gestiva arbitrariamente i fondi destinati al Gruppo consiliare (violazione dall’art. 1, l.r. 14/2009, di modifica dell’art. 3, l.r. 20/91 e smi, dell’art. 8, l.r. 20/91 e smi, e della l.r. 10/2013), configurava l’illegittimo cumulo di funzioni (Presidente di Consiglio e Presidente di Gruppo) e di potere, senza precedenti in Italia, sedeva su due scranni contemporaneamente, ed apponeva firme contestuali nella duplice qualità di Presidente.
Tutto qui? In molti si staranno chiedendo, già sbalorditi ed esterrefatti, è finita qui! No, non è finita qui. No, la storia, purtroppo, continua!
Dal 24 ottobre 2013 -giorno in cui ebbi ad inoltrare a tutti i Capigruppo consiliari l’invito formale alla urgente sospensione dei lavori consiliari a causa dalla irregolare assunzione del ruolo di Capogruppo consiliare da parte dello stesso Niro- la Conferenza dei Capigruppo non ha più avuto luogo, in palese violazione dell’art. 16 dello Statuto, e degli artt. 24 e 31 del Regolamento Interno.
Da quel dì, il nostro Consiglio regionale non ha più potuto beneficiare dell’apporto normativamente previsto, e particolarmente importante, dei Presidenti dei Gruppi consiliari in materia di Programmazione e Calendario dei lavori dell’Assemblea consiliare.
Niro, Niro, sempre Niro!