Non lasciamo spazio ai bulli, la riflessione di Aldo Patriciello

Riceviamo e pubblichiamo
Scrivo per condividere una breve riflessione a proposito di alcuni fatti di cronaca locale che, sebbene a prima vista possano apparire di minor interesse, credo meritino un’attenzione ed un’analisi ben più approfondite.  Domenica scorsa, sfogliando la rassegna stampa quotidiana, ho avuto modo di leggere la notizia dell’ennesima “rissa del sabato sera” avvenuta nel centro di Venafro. Una circostanza che, purtroppo, avviene con sempre maggiore frequenza e che rischia di diventare, col passare del tempo, un tratto distintivo dei fine settimana venafrani.
Da semplice cittadino e padre di famiglia, prima ancora che come politico ed imprenditore, sento il dovere di condividere l’indignazione di tutti coloro che in queste ore stanno manifestando il proprio sdegno e la propria rabbia verso atteggiamenti che definire ignobili è un eufemismo.
Trasformare le strade, le piazze e i locali di Venafro in un campo di battaglia, in un luogo dove vige la legge del più forte e dove tutto è sacrificato sull’altare del divertimento senza regole, è non solo un atto deprecabile in sé ma molto di più: è un attacco alla libertà di tutti quei ragazzi – la stragrande maggioranza – che vogliono semplicemente divertirsi e passare una serata in compagnia dei loro amici.
Pur non essendo un grande frequentatore della “movida venafrana” trovo francamente odioso che quattro scalmanati possano tenere in ostaggio la tranquillità della nostra città e il diritto di ogni cittadino a godere come meglio crede del proprio tempo libero. Non sarebbe ammissibile in nessun luogo al mondo, figuriamoci se può esserlo in una città come Venafro che per storia, posizione geografica e cultura ha fatto dell’integrazione e dell’inclusione il tratto distintivo della propria identità urbana.
Conosco bene l’obiezione che mi si potrebbe fare: “i problemi dei nostri giovani sono ben altri, non certo qualche rissa del sabato sera”. Un’obiezione in parte corretta ma che credo abbia il difetto di non cogliere il senso del problema nella sua interezza. Piegarsi infatti alla logica del benaltrismo, in base alla quale c’è sempre qualcosa di più importante di cui occuparsi, equivale di fatto a rendere normale ciò che normale non è, o quantomeno non dovrebbe essere.
Significa, in altre parole, accettare implicitamente come ordinario un fatto del tutto straordinario, indietreggiando dinanzi a fenomeni di bullismo urbano che inquinano il nostro comune vivere cittadino.
Domenica prossima Venafro ospiterà la festa regionale della Polizia Municipale: potrebbe essere il contesto ottimale in cui discutere, con cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni locali, di simili problemi. Una comunità sana come la nostra può e deve riappropriarsi del proprio spazio di civiltà, isolando con fermezza coloro che fanno della violenza e della prepotenza la loro ragione di vita.

Aldo Patriciello

Commenti Facebook