Nomine in Regione, Movimento 5 Stelle: la legge non è uguale per tutti

Un peso e due misure. Il sistema del Partito Derogatico è da rifondare: ecco i tre casi simbolo che lo provano. A distanza di qualche giorno siamo costretti a tornare sulle nomine volute da Giunta e Consiglio regionale targati Partito Derogatico. A quanto pare, infatti, in Molise chi è affiliato al Pd può in qualche caso ritenersi superiore alle leggi, almeno a quelle regionali. La questione riguarda l’incompatibilità prevista dalla legge regionale 16/2002 che impone a chiunque il divieto di ricoprire un incarico all’interno di una Società partecipata regionale e, allo stesso tempo, far parte di una Giunta comunale oppure prestare attività di consulenza e collaborazione in Regione.
La Regione Molise, però, non sembra applicare le regole con tutti e in egual misura. Ecco tre casi scuola tutti registrati nella consiliatura attuale e tutti successivi all’entrata in vigore sia della legge regionale n. 16/2002 che del Decreto Legge n. 39/2013 che disciplinano la materia.
Caso 1. Mario Lupo, nominato in data 12 agosto 2013 nel CdA dell’Arsiam sponsorizzato dal centrodestra molisano, era consigliere in carica al Comune di Tufara e titolare di un contratto di collaborazione continuativa presso la Regione Molise. Nel suo caso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale lo ha rimosso dall’incarico con parere motivato secondo cui le previsioni della legge regionale non sono abrogate, bensì vigenti, qualora prevedano parametri più restrittivi rispetto alla legge nazionale.
Caso 2. Angelo Simonelli, nominato sempre il 12 agosto 2013 nel CdA di Molise Acque, era sindaco del Comune di Toro, anch’egli sponsorizzato dal centrodestra. In questo caso il consigliere regionale Ciocca depositò un esposto alla Corte dei Conti e il governo regionale, nell’approvazione della legge collegata alla Finanziaria, tagliò la testa dell’Azienda Speciale, difatti rimuovendolo dall’incarico.
Caso 3. Maurizio Cacciavillani, nominato in data 30 dicembre 2016 alla presidenza di Molise Dati, assessore e vicesindaco del Comune di Agnone, dunque anch’egli incompatibile secondo la legge regionale.
Su tre casi simili uno ha ricevuto un trattamento speciale e guarda caso è l’unico in quota Pd. Tre indizi, come si dice, fanno una prova. Per questo, già nella seduta di consiglio del 2 febbraio scorso, avevamo presentato una mozione per chiedere la rimozione di Maurizio Cacciavillani da presidente di Molise Dati, che però ci è stata bocciata. I fatti, dunque, sembrano raccontare che lui è diverso, lui è del Partito Democratico, per lui la legge regionale non si applica!
Avevamo e abbiamo ragione: il sistema delle nomine va ripensato. Ormai sono meri atti da vecchia politica che mirano alla spartizione delle poltrone piuttosto che alla valorizzazione di persone competenti.

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