Il Permesso di Ricerca denominato “Santa Croce”, come riportato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, codice 2110, conferimento risalente al 16/12/2010 ha trovato terreno fertile per la sua opera compromissoria, per non dire potenzialmente devastatrice, tramite l’ente privato interessato all’attività estrattiva, ovvero la Società Sviluppo Risorse Naturali-S.r.l. Proseguendo la disamina sui documenti posti in calce, sono da rilevare delle anomalie che debbono essere colmate, a prescindere da chi non abbia posto alcun limite a questi screening di valutazione ambientale, ottenendo un risultato a dir poco sorprendente, quale, ad esempio, il parere positivo della Regione Molise, mediante la deliberazione n° 917 del 14 settembre 2009, “limitatamente alla prima fase, connessa allo studio geologico strutturale ed acquisto di linee sismiche esistenti”, considerando che a pochi km in linea d’aria, la cosiddetta zona del cratere, c’è tuttora un cuore aperto ancora piagato da ferite materiali e spirituali.
Come predetto, a tempo debito, grazie all’inazione coattiva degli enti locali (la regione Molise e la regione Campania) che nel momento in cui avrebbero potuto palesare delle rimostranze, in base all’accordo Stato-Regioni del 24 Aprile 2001, non hanno posto alcun argine contro il prospettato inizio perforazione del pozzo esplorativo (indicato sul Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Geo-risorse), e anzi, con altre formulazioni burocratiche, si andavano ad esprimere in direzione unica pareri favorevoli al conferimento del permesso sull’area di ricerca su un’estensione pari a ben 745,60 km quadrati, con successive integrazioni sul genere; si è preparato così il campo per future azioni da parte dell’attuale società Irminio, relativamente ai permessi di ricerca in atto.
Lasciando da parte ogni considerazione polemica politica, veniamo alla costruzione di una critica seria al sistema di ponti levatoi messi su in asse dalla cricca dei petrolieri.
Nonostante vi siano delle rasserenanti rassicurazioni poste sul sito web della ditta appaltante per la valutazione di impatto ambientale, non si può ulteriormente posporre il dilemma di una regione drammaticamente angustiata, come il Molise, da cataclismi naturali, smottamenti di terreno, alluvioni e terremoti, che non avrebbero motivo di coabitare e coesistere cogli interessi economici di pochi eletti allo sfruttamento, vero e proprio, della nostra Terra.
Per scongiurare una valutazione ambientale strategica, che sarebbe il preludio al disfacimento più totale del territorio, di là da valutazioni di carattere ottuso ideologico, bensì prettamente obiettivo, esprimiamo il nostro più sentito No alle trivellazioni sull’area posta sotto indagine, anche alla luce di “decreti” intrisi di tautologia, come lo Sblocca Italia, presi ex cattedra per, leggasi letteralmente, rovesciare il cittadino del suo sacrosanto diritto ad un futuro dignitoso, negato, tra l’altro, dietro gli omissis della stampa compiacente col governo proteso a racimolare le briciole di risorse locali, per svenderle a multinazionali, allo scopo di defraudare finalmente tutti del diritto alla salute.
Petrolio? No, grazie. Preferiamo l’olio d’oliva!
Noi con Salvini Molise: Trivellazioni? La regione Molise ha dato parere positivo
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