La lotta alle trivellazioni è uno dei punti cardine della politica ambientale ed energetica a 5 Stelle. Da anni il Movimento denuncia i rischi per la salute pubblica e ambientale connessi all’uso indiscriminato delle trivelle. Tuttavia, in concreto, nulla è ancora stato fatto, né dal governo regionale, né da quello nazionale. Più volte i portavoce del Movimento 5 Stelle Molise in Consiglio regionale, Patrizia Manzo e Antonio Federico, hanno evidenziato i danni prodotti dal Governo Renzi ai nostri territori e ai nostri mari con il cosiddetto ‘Sblocca Italia’, soprattutto in tema autorizzazioni per le estrazioni di petrolio e gas. L’articolo 38 del decreto, infatti, ha dato il via libera alle trivelle in maniera indiscriminata esponendoci a enormi pericoli: un incidente in un mare ‘chiuso’ come il nostro rischia di distruggere ecosistemi marini e intere economie.
Una denuncia urlata in piazza e nei palazzi istituzionali. A novembre scorso, lungo il litorale molisano, si è svolta una manifestazione No-Triv per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema e chiedere al Consiglio regionale di impugnare lo ‘Sblocca Italia’ per incostituzionalità, attraverso una mozione che il Pd non ha mai voluto discutere nonostante le tre richieste ufficiali dei due portavoce.A distanza di mesi, è chiaro che lo stesso Pd locale, pur mostrando visibili spaccature interne sulla questione, nulla ha fatto per tutelare il territorio da un governo più vicino ai petrolieri che ai cittadini. Il risultato è che oggi ci ritroviamo davanti alla società italiana idrocarburi che si appresta a realizzare un nuovo pozzo a Rotello e, in mare, a poche miglia dalla costa di Vasto e Termoli, la società Edison è pronta con quattro nuovi pozzi.Insomma, il campo di battaglia attraversa sia il Molise che l’Abruzzo. Ecco perché il MoVimento 5 Stelle ribadirà il No alle trivellazioni nel corso della manifestazione di sabato prossimo 23 maggio, in programma a Lanciano. Come detto, una lotta senza quartiere che coinvolge tutta Italia.
Si è scoperto infatti che, entro luglio, il nostro Paese deve recepire una direttiva europea sulle condizioni di sicurezza ambientale per le operazioni in mare nel settore idrocarburi. L’Italia avrebbe dovuto e potuto farlo prima del decreto, invece nulla è stato fatto. Per giunta, non si può sapere quante concessioni sono state rilasciate prima del recepimento della direttiva, perché il ministro interrogato non ha risposto!
Ma anche l’Europa ci guarda. Proprio grazie a un esposto presentato dai portavoce M5S su più livelli, la Commissione europea ha avviato un’indagine sull’articolo dello ‘Sblocca Italia’ che dà il via alle trivellazioni nel Mediterraneo, così da valutare possibili violazioni della normativa europea.una lotta senza confini.