«È ora di passare dalle parole ai fatti per fermare la corsa all’oro nero. Per questo accogliamo con favore la decisione presa dalconsiglio regionale del Molisedi richiedere il referendum contro le norme pro trivelle approvate dall’attuale Governo e dai precedenti, a partire dall’articolo 38 dello Sblocca Italia».
Questo il commento di Legambiente Molisea margine del consiglio regionaledi ieri per dire “no” alle trivellazioni in Adriatico.
«In occasione della tappa di Termoli della Goletta verde abbiamo chiesto alla Regione Molise di prendere una posizione chiara a favore dei territori – continuano da LegambienteMolise – Per dimostrare la forza delle comunità è necessario mettere in campo tutti gli strumenti politici e amministrativi a diposizione delle Regioni per dire “no” al petrolio, compresa la richiesta di un referendum abrogativo delle norme pro trivelle. Il risultato di oggi è senz’altro importante e lancia un segnale politico chiaro, visto che fino ad ora il Governo non ha mai accolto le istanze del territorio di fermare le estrazioni petrolifere in mare e a terra. Serve però anche un impegno concreto delle amministrazioni a chiedere fin da subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Sono stati diversi, infatti, negli ultimi mesi i pareri positivi rilasciati dai ministeri competenti alle richieste delle compagnie petrolifere».
Nel corso dell’incontroorganizzato in Fiera del Levante a Bari il 18 settembre, Legambiente ha lanciato un ulteriore invito alle amministrazioni regionali: «Ai presidenti delle Regioni presenti abbiamo ribadito un aspetto per noi non trascurabile: si esce dal petrolio non solo fermando le trivelle ma proponendo e praticando con convinzione un modello energetico e di sviluppo diverso, efficiente e rinnovabile, sulle aree protette come elemento di eccellenza territoriale e apra prospettive di nuovi settori produttivi e con importanti ricadute anche occupazionali, oltre che ambientali.»«Sututto questo – dichiara la presidente di Legambiente Molise Maria Assunta Libertucci – ci auguriamo di vedere finalmente un impegno concreto da parte del governatore Frattura, della sua Giuntae di tutto il consiglio regionale che ieri, assumendo l’impegno diopporsi alle trivellazioni petrolifere, hanno dimostrato di aver compreso la pericolosità di queste attività economiche ormai vecchie e superate. Ma è bene tenere presente – continua la presidente Libertucci – che l’effettiva tutela del territorio nasce da una forte capacità di programmazione, progettazione e gestione, dalla costruzione di una comunità coesa di uomini e donne consapevolie cooperanti, cose che di per sè mettono al riparo dalla necessità di fronteggiareappetiti di risultati economici a breve respiro, immediati e per pochi, che possono attecchire quando un territorio è carente di guida politica e vision e che altro effetto non hanno che quello di depauperare ancora di più popolazioni marginali e povere.
La scelta del governo nazionale di riprendere le trivellazioni è un autogol da fine partita, infatti Legambiente ricorda che le riserve certe di petrolio presenti sotto i mari italiani sono oltretutto assolutamente insufficienti a dare un contributo energetico rilevante al nostro Paese, bastanti a soddisfare il fabbisogno energetico italiano per appena 8 settimane e a fronte di questi quantitativi irrisori si stanno ipotecando circa 130mila kmq di aree marine, che dovrebbero far parte, anch’esse di quel “pacchetto di eccellenze” italiane per il rilancio su scala mondiale delle nostre bellezze e dei nostri prodotti. Lo scatto in avanti delle regioni ci fa ben sperare.