All’interessante incontro con l’ex Ministro Fabrizio Barca, promosso dall’associazione Libertà e Giustizia Molise e partecipato da altre associazioni, fra le quali Larino viva, da tempo impegnate a promuovere e discutere del futuro del nostro Molise, ho fatto, chiamato da Federico Pommier che coordinava il dibattito, un intervento a nome dell’Associazione che ho contribuito a fondare nel 2008. Un intervento doveroso, per confermare la piena condivisione con la proposta di Libertà e Giustizia Molise, ben illustrata da Gianfranco De Blasio, di un accordo di programma che può diventate un punto centrale di quel rilancio dell’Agricoltura molisana e della valorizzazione del suo territorio con i riconoscimenti di qualità dei suoi prodotti tipici.
Doveroso soprattutto per me, sollecitato com’ero dal tema “Democrazia e Sviluppo Territoriale”, parole si sinistra rafforzate ancor di più da quelle del sottotitolo “Il Molise verso l’Europa, tra partecipazione, cultura e sostenibilità” in un momento in cui c’è bisogno dell’Europa e della Sinistra per governare il mercato globale che si sta divorando il mondo. Un governo nelle mani della politica, e non della finanza, se si vuol dare un significato nuovo allo Sviluppo, che non può prescindere dal territorio quale rappresentazione del locale con le sue importanti risorse e i suoi fondamentali valori, fra le quali spicca l’agricoltura e la ruralità.
Per quanto mi riguarda non c’è sinistra senza il gusto della partecipazione, che è la base e il motore della democrazia. Non c’è sinistra senza cultura e senza la forza dell’analisi della realtà. Non c’è sinistra senza l’affermazione della sostenibilità, in un momento in cui c’è da recuperare mezzo pianeta distrutto dalla voracità di un sistema, che ha fatto, con le sue scellerate conseguenze che la pensante crisi strutturale esprime, dello spreco delle risorse la sua primaria e unica ragione di sviluppo.
Non c’è sinistra se non si rimette al centro dell’economia l’agricoltura per farla tornare perno della sostenibilità e ragione di ripresa proprio là dove lo stato di marginalizzazione, creato dal sistema fallito, lo permette, prima di essere travolto, con la drammaticità che si può capire, da progetti e strutture che esprimono solo continuità e certezza di precipizio.
Sollecitato da un appunto iniziale dell’ex Ministro Barca, cioè il significato di “Pre-giudizio”, quale frutto dell’esperienza, ho provato a spiegare come 50anni e più di esperienza e di vita vissuta per l’agricoltura e l’agroalimentare, e, soprattutto, per il territorio, in compagnia di maestri illustri all’interno di un mondo, quello contadino, mi hanno aiutato a leggere la realtà e a proiettarla nel futuro.
Il territorio, dicevo, nella espressione ampia di altre risorse e valori che mi hanno portato ad esprimere subito, senza se e senza ma, il mio “pre – giudizio” con un netto No all’”ideona” di Roberto Ruta di far calare nel Molise il progetto di una stalla di 12.000 manze. Una vera follia e un disastro annunciato per il Molise.
Dai primi di giugno, cioè da quando questa “ideona”, è stata annunciata in piazza a Larino dal senatore molisano, quel mio “pre-giudizio” iniziale è diventato il “pre-giudizio” di un numero sempre più numeroso di molisani. Un “No Stalla, Sì Bene Comune”, sempre più forte che, dopo l’incontro della sera prima a Termoli e il No della maggioranza del Consiglio comunale della Città del Brodetto, ha fatto subito dire a Ruta, quello del “Molise grande fattoria!”, che il progetto non si faceva più visto che i molisani non lo volevano.
Un fatto altamente positivo qualora questa affermazione ha la possibilità di affermarsi con la definitiva rinuncia della Granarolo a scendere nel Molise. Positiva sott’ogni aspetto: economico, politico, etico e, inoltre, con la conquista di quella maturità di cui abbiamo bisogno noi molisani per non apparire creduloni, ingenui, remissivi, buoni. Così come, del resto, lo siamo stati nel passato quando siamo stati espropriati dello sviluppo agroalimentare; siamo risultati, nostro malgrado, protagonisti degli intensi flussi migratori verso il nord dell’Italia e dell’Europa, le Americhe, l’Australia e stessa Africa; siamo stati messi ai margini, insieme con tutte le aree interne, dallo sviluppo industriale che sta mostrando tutte le sue macerie nei territori dove si è maggiormente mostrato e, anche nei nostri nuclei industriali.
Bisogna dire grazie alla Granarolo e al Sen. Ruta del raggiungimento, loro malgrado, di questo importante risultato.
Senza di loro non ci sarebbe stata quella reazione che ha portato a dire “No alla Stalla”ma, anche, “Sì a un Molise agricolo e turistico”, due settori che la conoscenza e l’innovazione devono legare insieme per poter rendere il Molise protagonista e esempio del sogno del futuro, quale speranza per le nuove generazioni. Un futuro che ha bisogno della sobrietà e della moderazione, di puntare sulle proprie risorse e i propri tesori, perché torni a rendere le nuove generazioni protagoniste.
L’occasione delle risorse a disposizione della prossima programmazione regionale sembra capitata a fagiolo e non bisogna perderla perché dalla sua impostazione dipende, non solo il futuro dell’agricoltura molisana, ma dell’intero Molise.
Pasquale Di Lena