Oggi, parlare dell’erbicida glifosato, comunemente chiamato “seccatutto”, è di attualità. Quasi tutti sanno qualcosa o almeno cercano di documentarsi. E’ di qualche settimana fa l’uscita di un interessante articolo, di venti pagine, in merito al glifosato; l’erbicida più usato al mondo, dal titolo “Roulette russa glifosato”, pubblicato dal mensile dei Diritti, dei Consumi e delle Scelte “il Test Salvagente” di questo mese. Il Comitato spontaneo agricolo Uniti per non morire in Molise iniziò ad attenzionarlo ed a parlarne pubblicamente da ben cinque anni addietro.Per molti agricoltori e tecnici sembrava una follia parlarne male in quanto era la panacèa, indispensabile, funzionale ed a basso costo, sia per il comparto agricolo che per la pulizia delle aree civili. Siamo stati precursori visto che il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina punta, entro il 2020, al made in Italy a glifosato zero. Ci si augura che sia così anche per le derrate importate.
Da tempo ci sono voci contrastanti in merito alla sua dannosità sia per la salute umana che per la biodiversità. L’ Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l’ha considerato tra le sostanze causa di tumori mentre l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) lo ha assolto con un….probabilmente non cancerogeno. Il mensile ha analizzato diversi prodotti a base di farina e semola (pasta, fette biscottate, etc.). Tracce ne sono state rilevate in alcuni anche se inferiori ai limiti stabiliti dalla legge. Certo è, comunque, che per il consumatore è davvero difficile trovare prodotti senza tracce di glifosato. Da svariati anni negli USA e nel Canada viene usata la tecnica del pre-harvest che prevede l’irrorazione sul grano duro dell’erbicida-disseccante 7-10 giorni prima della raccolta. Lo matura rapidamente o meglio lo fa seccare in modo artificioso. Tecnica discutibilissima in quanto il chicco del grano essendosi già formato è quindi in grado di assorbire il glifosato direttamente. Questo trattamento rende il chicco sterile, non utilizzabile per la semina. Logica conseguenza è che si possono trovare, come poi confermato, residui del principio attivo sia nella pasta che nel pane.
Da una ricerca compiuta in Inghilterra sul pane integrale è emerso che il 30% era contaminato.
Tracce di glifosato sono state trovate nella birra, in Germania, dall’Istituto per l’ambiente di Monaco; salvaslip-tampax ( quelli prodotti con cotone Ogm), da analisi effettuate dalla rivista dei consumatori “60 Millions de Consummateurs; nel miele, da ricercatori della Boston University e Abraxis LLC (tracce significative nel 62% dei mieli convenzionali e nel 45% dei mieli biologici); nelle urine della popolazione tedesca, ben il 99,6, da uno studio effettuato dalla Fondazione Heinrich Boell; nel latte materno, in 3 campioni su 10, studio effettuato dal gruppo Moms Accross America; nei tamponi e garze sterili ( (materia prima da cotone Ogm), ben l’85%, da uno studio compiuto dall’Università di La Plata in Argentina; nella soia Ogm RR impiegata per l’alimentazione animale; e, per ultimo, nella farina di frumento, d’avena e pane sono state trovate tracce di glifosato in 14 campioni su 20 da analisi effettuate per conto della rivista tedesca Oko-test.
Medesima cosa anche per l’acqua , che in Italia quasi nessuna regione monitora (l’hanno iniziato a fare solo la Lombardia e la Toscana). Dovrebbe essere analizzata nella fattispecie del glifosato e del suo metabolita AMPA (può essere un marcatore della contaminazione da glifosato) perché da un recente rapporto dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, proprio nelle due regioni su accennate, sono state effettuate rilevazioni ed il glifosato è presente nelle acque superficiali in modo esteso, anzi presenta il motivo principale del superamento dei limiti.
I risultati delle numerosissime ricerche scientifiche effettuate sul glifosato hanno portato alla conclusione che ci possono essere strette correlazioni con effetti a lungo termine sulla salute umana come: danneggiamento del Dna; aumento di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Morbo di Parkinson in testa; Linfoma di non Hodgkin; autismo; celiachia.
E’ opportuno che si facciano scelte di campo per rilanciare un’agricoltura nazionale, quella meridionale e molisana in particolare, salubre e sostenibile; ed i presupposti ci sono tutti.
Assicurare il vero made in Italy significa assicurare alle derrate, ad es. il grano duro, un prezzo giusto ( e non come oggi che quota 21-22 €/ql, un prezzo da fame) con un minimo garantito, alias USA per i cosiddetti Farm Bill; unito poi alle misure antidumping ed antitrust efficaci. Ciò garantirà realmente sia i consumatori che gli agricoltori dall’anomalia pericolosa dell’alimentare del falso made in Italy, dalla introduzione di merci alimentari pericolose alla salute e dal ricatto agli agricoltori sui prezzi di vendita delle derrate. Caso contrario, i terreni rimarranno senza essere coltivati (pochi anni fa ne erano ben 700.000 ettari “a spasso”) perché … “l’impresa non vale la spesa” in quanto il costo per produrre le derrate è ben superiore al ricavato dalla loro vendita, al punto tale che il consumatore potrà approvvigionarsi solamente di prodotti biotech ignorando gli standard di produzione per la sua salute, quindi senza un’adeguata etichettatura.
Per concludere. Si veda l’imposizione che il potere decisionale americano vorrebbe dettare all’Europa tramite l’accordo tossico, autoritario e contestato del TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership.
Il TTIP, un trattato, soprattutto per le nazioni più deboli quale l’Italia , che punta alla manodopera da sfruttamento a costi bassi, a produzioni o meglio metodi di produzione al di fuori di ogni controllo sia ambientale che di salubrità alimentare, a prezzi di vendita per le derrate, da Terzo Mondo. E tutto questo per andare in favore della cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative USA ed in barba allo stesso principio di precauzione dell’UE? E’ un trattato da paese colonizzatore non accettabile. Restiamo, dunque, vigili tutti perché, da non dimenticare, una terra pulita unita al cibo sano saranno le scelte per un futuro vivibile. Giorgio Scarlato