Alla convention dei Popolari per l’Italia tenutasi a Matera gli scorsi 3 e 4 ottobre, il vicepresidente del partito, Vincenzo Niro, si era detto convinto che la città lucana avesse tutte le carte in regola per aggiudicarsi l’ambito obiettivo di “Capitale europea della cultura 2019” e per sbaragliare altre concorrenti, per così dire, più blasonate. Sarà un caso, ma Niro ha presieduto proprio il dibattito dedicato alla candidatura di Matera al prestigioso riconoscimento. Previsione, dunque, azzeccata. Oggi, a risultato acquisito, il presidente del Consiglio regionale del Molise non nasconde la sua soddisfazione anche in relazione alle analogie che l’humus materano presenta con quello del suo Molise.
<<Matera – dice Niro – è una città che si è fortemente impegnata per migliorare la propria condizione, soprattutto mettendo in atto importanti interventi di recupero architettonico e paesaggistico fino ad essere dichiarata dall’UNESCO, nel 1993, per i suoi Sassi, patrimonio mondiale dell’umanità. Una particolarità che l’ha resa, fin dagli anni 50, meta di numerosi cineasti come location per rappresentazioni e sperimentazioni cinematografiche che le hanno conferito notorietà internazionale>>. Niro, poi, pone l’accento sulle le dimensioni di Matera che potrebbero, a suo giudizio, determinare l’elaborazione di nuovi modelli di progettazione, gestione e fruizione delle attività e dei Beni culturali riconducibili a microrealtà che costituiscono l’ossatura portante di gran parte del territorio nazionale ed europeo. Quello materano è un modello esportabile di buona pratica, in grado di offrire all’Italia e all’intera Europa le indicazioni, i suggerimenti, gli esempi di come cultura, arte e paesaggio siano in grado di guidare e migliorare la crescita dei popoli, arricchendoli si spiritualmente ma fornendo anche loro opportunità concrete, reali, di sviluppo sociale ed economico.
<<La nostra attenzione – evidenzia il presidente del Consiglio regionale del Molise – deve essere concentrata sulla situazione complessiva del settore culturale, sulla necessità di individuare le ragioni del ritardo che abbiamo accumulato nel corso degli anni nella valorizzazione dei Beni culturali. E’ fondamentale comprendere se le istituzioni pubbliche debbano e possano continuare a svolgere attività di indirizzo e di coordinamento della promozione dell’offerta culturale e, se sì, come ridefinirne il ruolo e le competenze>>.
E suggerisce: <<Si pone la necessità di riuscire ad armonizzare le azioni e le risorse disponibili, e soprattutto a rafforzare gli investimenti, cosa che, considerata anche la negativa congiuntura economica e finanziaria, pone alla nostra attenzione la necessità di valutare le modalità con cui Regioni, enti locali e Stato debbano cooperare tra loro e con le tante realtà imprenditoriali, perché il privato possa cogliere le opportunità di un progetto d’insieme forte, innovativo, tecnologicamente avanzato, con aperture internazionali>>.
<<Sono convinto – conclude Niro – che Matera “Capitale europea della cultura 2019” rappresenti un’occasione di riscatto anche per le tante altre città del Sud che vogliono e possono dimostrare di essere in grado di garantire reali occasioni di crescita>>.
Niro commenta l’elezione di Matera a “Capitale europea della cultura 2019”
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