Nicola Palombo (PD) analizza il quadro politico a Montenero

«Quanto accaduto durante l’ultimo Consiglio comunale a Montenero di Bisaccia deve far riflettere» esordisce così la nota di Nicola Palombo, consigliere di minoranza al consiglio comunale della cittadina adriatica, a commento dei lavori dell’ultimo consiglio. «Tutto nasce un anno fa, alla vigilia delle amministrative, ma proviene da ancora più lontano, da una cultura politica ormai superata ma che ha ancora la pretesa di mettersi su un piedistallo e indicare a tutti la retta via – osserva Palombo. Ma da quale pulpito arriva la predica? Da un piedistallo costruito sui vitalizi e che dovrebbe servire come trampolino di lancio per le prossime regionali. Io penso che dopo una lunga carriera politica ci si dovrebbe mettere al servizio di chi viene dopo di te. A Montenero, invece ,si è CERCATA una frattura con il centrosinistra e con il cambio generazionale in atto. La si è costruita a tavolino per non confrontarsi alle Primarie con un pretesto. Io personalmente – dice ancora Palombo – mi sento parte di una tradizione, di una cultura politica che antepone il soggetto collettivo all’individuo e che quindi vive l’esperienza politica come servizio ad un progetto più grande. Guardo ai fatti, ai problemi reali della gente. In sei mesi di opposizione ho fatto approvare diverse iniziative: dal Baratto amministrativo (se uno ha difficoltà e non può pagare le tasse comunali può scontarli con il volontariato), alla trasparenza amministrativa (chi gestisce le risorse dovrà mettere on-line il proprio reddito e patrimonio), all’addizionale IRPEF a scaglioni (chi ha di più non deve pagare come chi ha di meno) alla battaglia condotta in prima persona facendo la spola tra associazioni e Parlamento per evitare che ci trivellassero il mare. Oggi sono stato a Roma per prendere importanti decisioni sulla stagione referendaria e per ragionare sul futuro della Sinistra e ieri ero sull’Unità insieme alle più alte personalità della Sinistra per rilanciarne l’azione (uno furbo ci faceva dieci post!), perché penso che ci voglia un’alternativa a questo Governo, ma che quest’alternativa non siano i Salvini e Grillo, come a Montenero non sia D’Ascanio. Infine – dice sempre Palombo – poche parole sulla collocazione politica mia e del PD (l’inciucio sostenuto da D’Ascanio). Il mio percorso è chiarissimo e limpido fin dall’inizio. Sto in un Partito del quale ricopro alcuni piccoli ruoli e politicamente sono in una posizione critica rispetto a Renzi, segretario e capo del governo. In regione appoggio un governo di coalizione di centrosinistra, guidato appunto dal Partito in cui milito. A Montenero ho svolto le primarie del centrosinistra e dopo averle vinte ho preferito non prendere in giro nessuno proponendo una lista civica, ma mi sono candidato con la lista del PD, composta da molti giovani monteneresi volenterosi di cambiare il paese. Lavoro prima di tutto perché il PD sia una grande famiglia democratica e progressista, contemporaneamente perché possa essere più di Sinistra. Non si può volere però una grande famiglia e nel contempo essere figlio unico. È nella natura fondante del PD, nel suo pluralismo, che ci sia la Sinistra e un’area più moderata. Per questo è stato fondato il PD: per creare una grande forza popolare capace di tenere insieme più sensibilità e governare il Paese per riformarlo in senso progressista. Per quanto mi riguarda, mi sento di Sinistra, ho la presunzione di cercare di ripensarla da dentro il PD (per me ha più senso, ma rispetto chi la pensa differentemente) rispetto ai tempi che cambiano, senza svenderne idealità e valori. Pretendo che il PD resti un soggetto, una comunità di senso di centrosinistra, dove la Sinistra trovi piena cittadinanza. Ora non è più così? Allora bisogna lavorare di più, MA DA QUESTE POSIZIONI NON MI SONO MOSSO E NON MI MUOVO DI UN CENTIMETRO. Non capisco veramente – insiste il consigliere Palombo – dove sia l’inciucio se non nella testa di chi fa un’operazione che gli psicologi chiamano proiezione, ossia si dice degl’altri quello che si farebbe se al posto loro. Non ho fatto nessun accordo pre-elettorale con l’attuale Sindaco, tantomeno accordi post-elettorali. Ho lottato con un programma diverso, e in Consiglio ho votato contro le proposte di governo tutte le volte che non le ritenevo condivisibili o che non erano state condivise (praticamente sempre!). Non mi piace essere fazioso e votare a prescindere, studio le carte e mi preparo (in base a ciò ho votato contro il metanodotto, una proposta di Montenero Vince). In amministrazione ho un rapporto di rispetto nei confronti di tutti i Consiglieri, perché rispettandoli rispetto le persone che essi rappresentano. Capisco che questo modo di fare possa essere fantascienza per molti…io la penso così. Ho un dialogo con l’attuale maggioranza (come avrete capito con l’altro pezzo della minoranza è impossibile) con il solo scopo di provare ad essere utile per il mio paese e mai mi sognerei di vantarmi di non essere disposto a dialogare (così come abbiamo visto e sentito nell’ultima seduta consiliare), è una sconfitta per tutti. Il Sindaco però – sottolinea l’esponente PD – ha evidentemente spostato il suo sguardo e il suo orizzonte politico sul centrosinistra. Lo si è visto grazie all’accordo che ha fatto con il Molise di Tutti, formazione del centrosinistra regionale. Ha sempre spiegato questa cosa come una collaborazione per motivi amministrativi e istituzionali. Non credo sia corretta come impostazione, perché non credo esista la rigorosa e netta distinzione tra politica e amministrazione, anzi pur riconoscendone le differenze penso che le due cose debbano essere per forza complementari, debbano completarsi a vicenda. Tra l’altro non esiste un accordo amministrativo che non sia anche politico. Allora il Sindaco – intima Palombo – chiarisca lui la sua posizione e la sua collocazione. Racconti anche lui le sue ragioni, perché il silenzio giova solo a chi vuole giocare allo sfascio e al qualunquismo. Ci faccia sapere come la pensa, se intende fare anche politica o il suo ruolo è inteso concluso nell’azione amministrativa. Lo dico con il rispetto per tutti, ma con la convinzione che la chiarezza sia necessaria in questa fase di profondo scollamento del tessuto sociale. Penso che questa sia la strada da seguire e il campo in cui impiegare i propri sforzi e il proprio lavoro. Si permetterebbe così di raggruppare quanti non vogliono soccombere allo sfascismo, ma vogliono restituire speranza ad un territorio che merita di più. Ci si faccia artefici di unire – conclude Palombo – le forze politiche, sociali, del partenariato, dell’associazionismo, dell’imprenditoria e del mondo del lavoro, intorno ad un progetto nuovo di rilancio del territorio e delle sue vocazioni nel perimetro valoriale, ideale, progettuale e politico di un centrosinistra aperto, inclusivo, largo, che sappia costruire ponti con la società, ma allo stesso tempo sia sintesi della cultura moderata e cattolica con quella riformista, progressista e laica».

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